Una controversa e chiacchierata proposta di legge sui social network è stata respinta dal congresso dello stato della California. Se approvata, la proposta avrebbe consentito ai genitori di fare causa alle piattaforme social nel caso in cui i loro figli avessero sviluppato una dipendenza da internet.
Il Social Media Platform Duty to Children Act si è arenato in commissione, non ottenendo i voti necessari per venire discusso nell’aula del Senato. I genitori avrebbero potuto chiedere ai social network un risarcimento in sede civile in tutti i casi in cui fosse determinato che i loro figli avessero sviluppato una dipendenza proprio a causa di funzioni o elementi progettati appositamente per spingere gli utenti a passare più tempo sulle applicazioni.
La misura sarebbe stata applicata esclusivamente nei confronti delle aziende con un fatturato superiore ai 100 milioni di dollari, oppure di quelle che sviluppano o distribuiscono videogiochi.
I promotori della proposta hanno manifestato la loro frustrazione in seguito alla sua bocciatura. “Con la morte di questa legge”, ha commentato il senatore Jordan Cunningham, “un manipolo di grandi corporazioni del web potranno continuare a sottoporre milioni di bambini della California ai loro esperimenti, mettendo a rischio il loro benessere”.
Chi si era opposto alla proposta aveva argomentato sostenendo che una simile legge avrebbe obbligato i social network a dividere i loro utenti tra bambini, adolescenti e adulti, con la conseguenza che sarebbe diventato obbligatorio fornire un documento d’identità al momento dell’iscrizione, con gravi rischi per la privacy.