Hikikomori era già una sindrome diffusa in Giappone, ma dopo la pandemia di Coronavirus si è ampliata come conseguenza psicologica mondiale. Gli scienziati giapponesi hanno scoperto marcatori biologici che permettono di distinguere tra persone malate e sane. Molte persone si ritirano in casa evitando amici e parenti diventando così asocialmente patologici.
Il termine hikokomori indica coloro che si isolano dalla società rifiutando ogni contatto esterno. Sembrava un fenomeno limitato al Giappone, ma dopo il Coronavirus si è sparso a macchia d’olio a livello mondiale. Mascherine, restrizioni, lockdown, paura del contagio, vaccini e decessi hanno innescato una bomba influenzando la psicologia delle persone che si sono chiuse in casa.
L’associazione Hikikomori Italia ha registrato un raddoppio di numeri: da 5mila persone hikikomori a più di 15mila tra 2019 e 2021. Non è facile però capire i sintomi della sindrome, per questo un team di ricercatori giapponesi è riuscito a identificare alcuni marcatori specifici nel sangue. Un modo per distinguere i sani dai malati di hikikomori, confermare la gravità della condizione e poi più avanti anche fare diagnosi precise.
Gli studiosi hanno indagato i correlatori biologici della patologia. Tutto con l’associazione di condizioni psichiatriche come schizofrenia, depressione, ansia sociale. Si è raccolto il plasma di 42 persone hikikomori confrontandolo con quello di individui sani. Poi si è analizzata la differenza fra 127 molecole tra cui aminoacidi, proteine e zuccheri.
Si è attestato che nel sangue di chi era malato di hikikomori c’erano livelli alti di ornitina, enzima arginasi e di acilcarnitine a catena lunga. Differentemente da quelli della bilirubina e dell’arginina. L’ornitina è un aminoacido fabbricato dall’aminoacido arginina con l’aiuto dell’enzima arginasi. Si tratta di molecole vitali per la regolazione della pressione del sangue e il ciclo dell’urea. La bilirubina è una scomposizione di globuli rossi da parte del fegato e indica corretta funzionalità epatica.
Le acilcarnitine sono capaci di fornire energia al cervello e i suoi livelli diminuiscono quando i pazienti depressi assumono farmaci per la ricaptazione di serotonina. Tale studio ha permesso quindi di creare un identikit biologico dei pazienti hikikomori per distinguere malati da sani e indicarne la gravità di malattia.