L’uso del Dna per creare i superconduttori diventerà lo scenario del futuro. Si tratta di materiali capaci di far passare scariche elettriche senza opporre resistenza e davvero essenziali per le prossime tecnologie. Edward H. Egelman e Leticia Beltran sono i due ricercatori che propongono di usare i filamenti di Dna.

Questi permettono di eliminare le impurità dai nanotubi di carbonio e migliorare le capacità di conduzione dei filamenti di grafene. I superconduttori sono i più studiati in molti settori perché hanno una resistenza elettrica zero. Ciò permette agli elettroni di fluire senza ostacoli. I superconduttori non disperdono energia e non producono calore.

Materiali di questo tipo sono in teoria i nanotubi di carbonio (singoli fogli di grafene). Realizzare però nanotubi di carbonio (fatti solo di atomi di carbonio) senza impurità sembra impossibile. Ecco che gli studiosi hanno scoperto che brevi filamenti di Dna riescono nell’intento. I filamenti di Dna agiscono infatti come direzione dei lavori durante la posizione degli atomi evitando atomi “spazzatura”.

Un metodo che potrebbe portare alla produzione di nanotubi superconduttori. Tale tecnica potrebbe permettere l’uso del superconduttore a temperatura ambiente e la creazione di computer superveloci. Potrebbe, inoltre, ridurre le dimensioni dei dispositivi elettronici. Infine, permettere ai treni ad alta velocità di galleggiare sui magneti con un consumo di energia ridotto.

A trovare una risposta sono stati Edward H. Egelman e il suo team, del Dipartimento di Biochimica e Genetica Molecolare dell’UVA. La risposta è nel Dna. Sono partiti da una costruzione di singole molecole. Il risultato è un reticolo unico di nanotubi di carbonio messi insieme per la necessità del superconduttore a temperatura ambiente.

Un contributo alla riuscita del risultato si deve in gran parte alla microscopia crioelettronica (crio-EM). Una tecnica capace di determinare le strutture atomiche degli assemblaggi proteici. Il team di studiosi afferma che tale reticolo di nanotubi potrebbe avere applicazioni anche in fisica.  Il tutto portando a un futuro più fantascientifico.