Una recente ricerca realizzata da Simone Tosi, docente e ricercatore dell’Università di Torino dimostra gli effetti collaterali dei pesticidi. Essi possono provocare danni comportamentali, fisiologici e cognitivi agli animali impollinatori e a molti altri che recano beneficio all’uomo.

Tali effetti negativi vengono definiti subletali, cioè portanti a danni biologici o patologici, ma non alla morte. Effetti che colpiscono insetti con il ruolo di impollinatori e anche altri animali dai ruoli positivi. I pesticidi, a volte, si diffondono insieme ad altre sostanze chimiche che danneggiano enormemente gli animali. A oggi la maggior parte degli effetti collaterali causati è ancora sconosciuta.

 

Dopo anni di ricerche sul complesso e controverso stato di salute delle api ci siamo resi conto che qualcosa non quadrava. Nelle nostre ricerche, la gran parte delle api e altri impollinatori esposte ai pesticidi mostrava anomalie comportamentali e fisiologiche: non riuscivano più a muoversi e coordinarsi, le abilità di volo erano alterate, ed erano incapaci a termoregolare l’alveare. Nonostante ciò, i pesticidi approvati all’uso nei nostri campi non sono testati per questo tipo di effetti sugli impollinatori. È come se valutassimo il rischio causato dell’alcol sugli esseri umani solo considerando gli effetti letali, non quelli sulle abilità cognitive, come ad esempio la guida in stato d’ebbrezza.

Simone Tosi, docente e ricercatore dell’Università di Torino

 

 

I ricercatori così con tale studio fanno la proposta di inserire nuovi metodi per l’analisi di questi effetti collaterali. Così verranno considerati gli impatti negativi dei pesticidi, ma anche dei fungicidi e degli erbicidi. L’obiettivo è proteggere le persone e la natura dall’influenza negativa dell’uso dei pesticidi. Per fare ciò è utile sottolineare il bisogno di una valutazione più raffinata dei rischi dei pesticidi. Tutto mirato a un ambiente più sano per api e umanità.