Per spiegare cos’è un anticiclone, si deve partire dai cicloni tropicali come uragani e tifoni. Sono i più violenti e hanno la caratteristica della bassa pressione. Il fenomeno contrario sono gli anticicloni che sono aree di alta pressione in rotazione e chiuse. Entrambi quindi sono vortici d’atmosfera con dinamiche diverse. I cicloni sono legati al maltempo, gli altri al tempo stabile. In Italia gli anticicloni più famosi sono quello delle Azzorre e quello Africano. L’ultimo sappiamo bene che ci ha regalato il caldo rovente che questa estate ci sta facendo vivere.

L’anticiclone delle Azzorre è associato all’arcipelago di nove isole nell’oceano Atlantico. L’anticiclone è definito una zona subtropicale di alta pressione nell’Atlantico settentrionale, all’altezza delle isole vulcaniche portoghesi. Essa non è fissa, ma si sposta secondo le stagioni a est o a ovest. In Europa è conosciuto solo come anticiclone delle Azzorre, in America invece in estate e autunno è chiamato anticiclone delle Bermuda. Infatti, proprio vicino alle Bermuda c’è l’alta pressione.

Come si identifica l’alta pressione? Ecco, si ha quando la pressione dell’atmosfera è maggiore a quella dell’aria circostante. L’anticiclone delle Azzorre quindi si forma associandosi alla circolazione atmosferica e alla diversa temperatura tra equatore e poli. In parole povere, le alte temperature delle aree equatoriali causate dalla radiazione solare danno un aumento dell’aria calda per la sua bassa densità. Tale aria sale in altitudine e in latitudine.

Le parole degli esperti:

 

Fino a 30°-40°N l’aria calda discende attraverso un processo di affondamento che si traduce in una corrente ascensionale costante e nulla. Questo insieme di processi dà vita all’anticiclone.