Il CERN ha lanciato CELESTA, il primo satellite per il monitoraggio delle radiazioni spaziali. Il lancio è avvenuto in collaborazione con l’Università di Montpellier e l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il suo obiettivo è studiare gli effetti della radiazione cosmica sull’elettronica. L’invio del satellite è avvenuto in un’orbita terrestre di quasi 6mila km.

CELESTA trasporta la miniatura di un dispositivo di controllo delle radiazioni dal nome Space Radeon. Esso è basato su componenti standard selezionati e calibrati al CERN. Il dispositivo misurerà gli effetti delle radiazioni, i disturbi e le corrispondenze.

 

Basata interamente su componenti standardizzati e ultra-sensibili selezionati e calibrati dal CERN, e principalmente nelle strutture del CERN, la Space Radeon è uno strumento leggero e a bassa potenza, ideale per future missioni spaziali tolleranti al rischio. Se CELESTA avrà successo, la Space Radeon potrebbe anche essere adattata alle costellazioni satellitari come strumento di manutenzione predittiva, per anticipare il necessario rinnovamento dei satelliti.

Ruben Garcia Alia, responsabile del progetto R2E

 

 

CELESTA è stato testato anche in CHARM, un laboratorio che può imitare un ambiente a bassa radiazione in orbita terrestre.

 

In grado di testare i satelliti tutti in una volta, piuttosto che componente per componente, CHARM è un’installazione unica al mondo, notevolmente diversa da altre strutture di test di irradiazione.

Salvatore Danzeca, coordinatore della struttura CHARM

 

 

In una missione per rendere lo spazio più accessibile, CELESTA è un esempio entusiasmante di come l’esperienza del CERN possa avere un impatto positivo sull’industria aerospaziale. Con questa missione, il CERN mostra le sue soluzioni a basso costo per misurare le radiazioni e testare i satelliti contro di essa, fornendo così a università, aziende e startup i mezzi per realizzare le loro ambizioni spaziali.

Enrico Chesta, coordinatore delle applicazioni aerospaziali e ambientali del CERN

 

 

Inoltre, CELESTA fonda le sue basi sulla piattaforma CSUM, tollerante alle radiazioni.