Nuova scoperta sull’uso di acque reflue depurate. Esse potrebbero dare una soluzione al problema della scarsità d’acqua in agricoltura. Uno studio coordinato da Enea insieme al gruppo Hera e Ateneo di Bologna lo attesta. Le acque reflue depurate potrebbero rappresentare anche un’utilità per la concimazione. Ciò perché hanno per le piante proprietà nutrienti che sono assenti nell’acqua di fiume o di falda.
Secondo la ricerca il 70% del fabbisogno d’acqua nel settore agricolo romagnolo si potrebbe avere dalla depurazione dell’acqua. La siccità non è la sola responsabile. Lo sono anche fenomeni come il cuneo salino, o meglio l’acqua salata che avanza nel letto di fiumi e falde. Infatti, diminuiscono ancora l’acqua disponibile per i campi. Ebbene, la scienza prova ad aiutare l’agricoltura.
Lo scopo dello studio era il risparmio sull’acqua e sui concimi. Così l’idea è stata quella di usare le acque reflue depurate attraverso l’economia circolare. Tutto per ovviare alla mancanza d’acqua per l’irrigazione. Ecco che campi di pomodori e coltivazioni di peschi sono stati innaffiati per due anni dal depuratore Hera di Cesena. Tutto coordinato da una centralina di controllo e automazione intelligente. Per “intelligente” si intende uno strumento tecnologico per gestire e ottimizzare il riuso delle acque in questione.
Tutto in base a qualità, esigenze idriche e di nutrizione delle coltivazioni. Ancora grazie alle acque reflue depurate si ha un risparmio del 32% di azoto e dell’8% di fosforo nella coltivazione dei peschi. Ciò per il motivo che tali acque hanno dentro sostanze nutritive utili per le piante. L’esperimento ha riportato infine la scomparsa del batterio Escherichia Coli nelle coltivazioni. In futuro quindi ci si aspetta una svolta nel settore agricolo con la presenza di economica circolare.