I processing tomatoes, in italiano pomodori da industria, sono quelli che arrivano in casa nostra sotto forma di conserva o ketchup. Il repentino cambio climatico potrebbe influenzare negativamente tali
coltivazioni. Entro il 2050 si è già fatta una previsione relativa al loro calo del 6% rispetto al 1990-2009. Tra i pomodori da industria più colpiti ci sono proprio quelli italiani.
Di solito gli studi sono fatti esaminando l’impatto del clima sulla catena alimentare, ma su coltivazioni più
comuni come riso o grano. Questa è la prima volta che vengono presi in esame i pomodori da industria. I
risultati non sono per niente rosei.
I pomodori da industria vengono coltivati in campi aperti, il che significa che non possiamo controllare l’ambiente in cui crescono.
Davide Cammarano, coordinatore dello studio
I ricercatori hanno usato cinque diversi modelli di clima per fare la previsione su tre differenti scenari.
Ebbene, hanno preso i tre principali Paesi produttori di pomodori al mondo: Usa, Italia e Cina. Per i futuri
30-40 anni gli esperti prevedono un grande calo del raccolto. A risentirne di più saranno Italia e sud
California.
In Cina è diverso, ci potrebbe essere la soluzione di spostare le coltivazioni più a nord. Lì ci sono aree più
fresche: per esempio Gansu e la Mongolia potrebbero dare asilo ai campi di pomodori da industria futuri.
Anche se purtroppo rappresenterebbe solo una parte davvero esigua di quella odierna in Italia e California.
La ricerca deve essere utile alle industrie agricole e produttive per organizzarsi in tempo per il futuro e per il cambiamento climatico.
È importante che le aziende cerchino di capire come affrontare questi cambiamenti, sviluppando strategie operative e di ricerca per il futuro.
Dev Niyogi, uno degli autori della ricerca