Un gruppo di ‘hactivist’, ossia hacker indipendenti e motivati politicamente, ha annunciato di aver violato le infrastrutture della rete ferroviaria della Bielorussia, nel tentativo di rallentare i rifornimenti militari della Russia verso i confini con l’Ucraina.
Un attacco ransomware con un’importante novità: la chiave crittografica necessaria per ripristinare il funzionamento della rete non è in vendita. Gli hacker del gruppo Cyber Partisans – Partigiani Cyber – non chiedono un riscatto in denaro, ma vogliono che il Presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, si impegni a ritirare ogni sostegno alle mire militari della Russia sull’Ucraina.
In questi giorni, BelZhD, sotto la guida del terrorista Lukashenko, sta permettendo alle truppe occupanti di entrare all’interno della nostra Patria. Nell’ambito della campagna cyber ‘Peklo’, abbiamo crittografato l’intero contenuto dei server, database e workstation della rete della BelZhD (l’azienda pubblica che gestisce le ferrovie bielorusse ndr), con l’obiettivo di rallentare e sabotare le operazioni di supporto ai russi. Ogni backup è stato distrutto
si legge nel comunicato firmato dal gruppo Cyber Partisans.
Gli hacker hanno spiegato di non aver compromesso i sistemi di sicurezza della rete ferroviaria, proprio per evitare che l’attacco potesse compromettere la sicurezza dei trasporti – con il rischio di costare la vita ai civili.
We have encryption keys, and we are ready to return Belarusian Railroad's systems to normal mode. Our conditions:
🔺 Release of the 50 political prisoners who are most in need of medical assistance.
🔺Preventing the presence of Russian troops on the territory of #Belarus. https://t.co/QBf0vtcNbK— Belarusian Cyber-Partisans (@cpartisans) January 24, 2022
«Vogliamo sovvertire il regime di Lukashenko, difendere la sovranità del popolo e fondare un nuovo stato democratico rispettoso della rule of law», hanno annunciato gli hactivisti. «Il Governo continua ad opprimere le libertà dei bielorussi, imprigiona sistematicamente gli innocenti, stanno continuando a detenere illegalmente migliaia di prigionieri politici».