Amazon sotto accusa: il motore di ricerca interno è truccato per mostrare i prodotti dell’azienda a discapito degli altri brand. Ma non solo, il colosso studierebbe anche i dati delle vendite per copiare e cannibalizzare i prodotti di successo della concorrenza. Sono queste le accuse – gravissime – mosse dall’agenzia di stampa Reuters ad Amazon. Accuse che poggiano interamente su alcuni documenti interni – incluse diverse email – di Amazon.

Un segreto di pulcinella? Sarà, intanto Amazon ha sempre negato di utilizzare il controllo che ha sulla sua piattaforma per avvantaggiare i suoi prodotti e azzoppare quelli dei venditori indipendenti.

Nei documenti ottenuti da Reuters – per la prima volta – si legge chiaramente come i dipendenti di Amazon India abbiano reiteratamente utilizzato una feature chiamata ‘search seeding’ per assicurarsi che i prodotti Amazon Basic finiscano sempre nelle prime tre posizioni dei risultati di ricerca.

Reuters avrebbe anche ottenuto le prove di un programma di ricerca interno di Amazon, creato con lo scopo di monitorare e studiare i prodotti della concorrenza di maggiore successo, in modo da poterli copiare. Questo programma di ricerca, continua l’inchiesta di Reuters, sarebbe stato supervisionato da almeno due dirigenti di alto livello di Amazon India.

Amazon non si sarebbe limitata ad individuare i prodotti più venduti dalla concorrenza: secondo Reuters userebbe anche l’immenso patrimonio di dati in suo possesso per scoprirne le criticità – ad esempio guardando il tasso di restituzioni – in modo da migliorarli e uscire sul mercato con un prodotto ancora migliore, o comunque più efficace in termini di vendite.

Amazon oggi è già sotto indagine per presunti comportamenti anticoncorrenziali. Parte dell’indagine riguarda proprio la vendita dei prodotti AmazonBasics.

Ma Amazon respinge le accuse:

Come abbiamo detto a Reuters quando ci hanno contattato per la storia in questione, queste accuse sono errate e prive di fondamento. Amazon non concede un trattamento preferenziale a nessun partner di vendita sul proprio marketplace: tutti i partner di vendita determinano e controllano i prezzi per i loro prodotti e gestiscono autonomamente il proprio inventario, anche per i marchi privati, venduti dai partner di vendita sul nostro marketplace. Abbiamo una policy che proibisce severamente l’uso o la condivisione di dati non pubblici e specifici dei partner di vendita con altri partner di vendita, inclusi quelli dei marchi privati. Questa policy si applica in modo uniforme in tutta la nostra azienda e a tutti i dipendenti, i nostri team interni ricevono corsi di formazione regolari sulla sua applicazione e indaghiamo a fondo eventuali segnalazioni di dipendenti che agiscono in contrasto con questa policy. Infine, mostriamo i risultati della ricerca in base alla rilevanza per i clienti, indipendentemente dal fatto che tali prodotti siano marchi privati offerti dai partner di vendita o meno. Continueremo a supportare il successo di tutti i nostri partner di vendita poiché migliorano collettivamente la selezione per i clienti su Amazon.in, indipendentemente dal fatto che vendano marchi privati o altro

ha detto un portavoce di Amazon Italia.
Update 17/10/2021: la notizia è stata aggiornata per includere uno statement di Amazon Italia.