La Brexit costa al Regno Unito un maxi-investimento di Intel per la costruzione di una fabbrica di semiconduttori. Lo ha detto il N.1 del produttore di chip, Pat Gelsinger, alla BBC: “prima dell’uscita dall’Unione Europea il Regno Unito era uno dei candidati ideali per la costruzione del sito”.
Ma la Brexit ha cambiato tutto: “vogliamo costruirlo in uno stato membro e abbiamo bisogno del supporto finanziario dell’Unione Europea”, ha detto Gelsinger. Non è la prima azienda a defilarsi dopo le incertezze create dall’uscita del Regno Unito dall’UE. Il nuovo sito di produzione si inserisce all’interno del disegno dell’UE per la costruzione di una filiera dei semiconduttori indipendente dall’Asia, idealmente la fabbrica sarà anche in grado di servire in via privilegiata i brand automobilistici europei, evitando una nuova crisi.
“La crisi dei chip ha mostrato una volta per tutti gli enormi problemi della dipendenza di USA e EU dalle fabbriche asiatiche”, conclude il CEO. Ma il Regno Unito non fa più parte del piano: Intel prevede di investire oltre 95 miliardi di dollari nei suoi nuovi siti di produzione europei.
“Oggi abbiamo ricevuto circa 70 diverse proposte da una decina di paesi europei diversi, speriamo di trovare un accordo, oltre che il sostegno dell’UE, entro la fine del 2021”.
Nel frattempo le aziende concorrenti non stanno a guardare: TSMC spenderà 100 miliardi di dollari nel potenziamento della sua capacità di produzione, Samsung, per lo stesso scopo, ne investirà 205 miliardi.