Dopo aver diretto, con grande successo, due film dei Guardiani della Galassia, James Gunn si è creato la nomea di saper perfettamente gestire i gruppi di irresistibili antieroi scalcinati, tanto da farsi assegnare da Warner Bros. la direzione di The Suicide Squad – Missione suicida, ora nei cinema con grande apprezzamento di pubblico e critica. In entrambe le saghe sono presenti scene di trapasso di personaggi protagonisti, ma il tono, come spiega Gunn in un’intervista, è molto diverso.

Seguono piccoli spoiler sui personaggi dei Guardiani morti durante i film MCU negli scorsi anni; nessuno spoiler su The Suicide Squad o i film futuri.

Guardiani della Galassia ha un tono da film per famiglie, quindi sto raccontando quella storia a un pubblico molto variegato. Se Rocket dice a Drax “Ti sparo in faccia e ti ammazzo” come pubblico non pensiamo neanche per un secondo che tirerà davvero fuori la pistola e la faccia di Drax sparirà. In The Suicide Squad, se si dicono che si stanno per sparare in faccia, non lo dicono e basta, lo fanno per davvero. Sappiamo che può succedere in ogni momento. C’è un senso del pericolo molto maggiore per tutti i nostri personaggi, perché sappiamo che potrebbero tutti morire. Mentre in Guardiani, sì, ovviamente ho ucciso Yondu, ho ucciso il Groot originale, ma non è la stessa cosa. Sappiamo che la maggior parte dei personaggi ne uscirà vivo. Almeno per due film!

Essendo, in teoria, il suo ultimo film su questo gruppo così amato, Gunn potrebbe decidere di chiudere “col botto” facendo morire un altro protagonista in un momento molto emozionale, come successo col Groot originale (o come del resto muore Gamora, anche se non in un suo film). Di certo, però, sarebbe una morte calata in un contesto emotivo importante, non un espediente scenico come certe morti shock e inaspettate di The Suicide Squad.

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