Ha estratto il drone dallo zaino e lo ha fatto decollare in Piazza Duomo a Milano, ignaro che gli sarebbe costato carissimo. Un turista messicano, di 41 anni, è stato fermato dalle forze dell’ordine per violazione del codice di navigazione. Dovrà pagare una multa astronomica: ben 33.000 euro per un volo di pochi minuti, senza danni a cose o persone. Semplicemente per il privilegio di aver guardato il Duomo dall’alto, senza le ‘doverose’ autorizzazioni.
Il drone era uno dei più popolari per uso amatoriale: il Mavic Air 2. Ormai la maggior parte dei prodotti dispone di software di geoblocking, impediscono automaticamente il decollo in alcune aree precluse, come i centri storici e le aree nei pressi degli aeroporti o delle basi militari. Ma evidentemente Piazza Duomo non è nella lista nera del produttore.
Difficile, anche con l’atteggiamento meno indulgente possibile, trovare giustificabile una sanzione così salata per una ‘bravata’ – se così possiamo chiamarla – del genere. E, infatti, Repubblica scrive che il nostro codice associa i voli senza permesso dei droni a quelli degli aeroplani. Ma tra far volare un drone di nemmeno un kg in centro abitato e fare la stessa cosa con un ultraleggero c’è una certa differenza.
Non bastasse la multa, i vigili hanno sequestrato anche il drone. È il terzo sequestro dall’inizio del 2021, scrive sempre il quotidiano La Repubblica.
Nel frattempo, l’avvocato del turista punto il dito contro l’assurdità della sanzione, sostenendo anche – difficile dargli torto – che se lo Stato intende intervenire così duramente contro questo fenomeno forse farebbe bene ad avvisare adeguatamente i turisti, con campagne di comunicazione in più lingue. Oggi, di cartelli che intimano il divieto di volo dei droni, in Piazza Duomo sembra non essercene nemmeno uno.