Sorpresa, sorpresa: gli oceani della Terra sono cinque. Non ne hanno scoperto uno nuovo sotto al tappeto, piuttosto la National Geographic Society ha finalmente preso una posizione sul come etichettare l’Oceano Antartico, oceano che dal 1500 a oggi è stato classificato in diverse maniere, a seconda della moda.
In epoca più recente, nel 1921, la International Hydrographic Organization (IHO) si è riferita all’Oceano Antartico come un corpo d’acqua a sé stante, poi nel 1953 ha cambiato idea e lo ha “degradato” ad ammasso di mari. Ciò non ha impedito scienziati e aziende a continuare a identificarlo colloquialmente come oceano.
La rivoluzione pragmatica di questo riconoscimento è dunque particolarmente contenuta, tuttavia gli accademici si augurano che la “rivoluzione” possa tornare utile a livello accademico e istruttivo, ovvero che nelle scuole si affronti con maggior attenzione le peculiarità marine dell’area antartica.
L’Oceano Antartico è stato riconosciuto dagli scienziati da molto tempo, tuttavia visto che non v’è mai stato un consenso internazionale non lo abbiamo mai etichettato ufficialmente come tale. Si tratta di una specie di “nerdismo” geografico, sotto molti aspetti,
ha dichiarato Alex Tait, geografo del National Geographic Society.
In verità, il dibattito potrà finalmente aver raggiunto una conclusione nel mondo di radice anglosassone, ma complessivamente il dibattito è ancora acceso. In Italia siamo ancora “indietro”, con il risultato che tendiamo a prendere in considerazione solamente tre oceani: il Pacifico, l’Atlantico e l’Indiano. Quello Artico e l’Antartico sono per noi perlopiù masse d’acqua.
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