Il più celebre capolavoro di John Carpenter, La Cosa, mi ha insegnato ad aver paura degli esseri ibernati nei ghiacci dell’antartide. Fortunatamente, il mondo della scienza non fa affidamento sul mio coraggio latente, piuttosto confida su quello di un team di scienziati europei, russi e americani, i quali hanno deciso di scongelare un rotifero che è stato sotto ghiaccio per più di 24.000 anni.

Si tratta di un animale microscopico caratterizzato da una composizione biologica estremamente basilare, tuttavia il gruppo di accademici è rimasto nondimeno estasiato dal notare che la creatura non solo sia riuscita a sopravvivere al risveglio dalla “criogenesi”, ma anche che ora goda di ottima salute e abbia addirittura preso a riprodursi.

Sul piano puramente virtuale, l’esistenza di questo rotifero dimostra come sia possibile ibernare un essere multicellulare senza che questi subisca necessariamente danni irreparabili. In pratica, rappresenta su scala minuta un tipo di dinamica che a oggi si è dimostrata attuabile solo ed esclusivamente nei racconti di fantascienza.

Il nostro report è la prova concreta che gli animali multicellulari possano sopportare decine di migliaia di anni in criptobiosi, lo stato in cui il metabolismo è quasi completamente arrestato. […]

Ovviamente, più è complesso l’organismo, più diventa difficile preservarlo intatto. Per i mammiferi, la cosa non è al momento possibile. Tuttavia, il fatto di esserci mossi dagli esseri monocellulari a organismi dotati di interiora e cervello, per quanto microscopici, rappresenta un gigantesco passo avanti,

ha dichiarato Stas Malavin, ricercatore russo dell’Institute of Physiochemical and Biological Problems in Soil Science e co-autore della ricerca.

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