Il Parlamento Europeo dà il via libera, arriva l’approvazione dei certificati COVID-19 / Green Pass. Le nuove regole entreranno in vigore a partire dal 1 luglio e avranno una durata di 12 mesi. L’iniziativa vuole rendere i viaggi all’interno degli Stati membri più semplici per chi è già vaccinato, oppure per chi ha fatto un test con esito negativo o ancora per chi è guarito dal COVID-19.

In pratica, si tratta di tre certificati distinti. Un quadro comune dell’UE renderà i certificati compatibili e verificabili in tutta l’Unione europea, oltre a prevenire frodi e falsificazioni.

si legge sul sito ufficiale del Parlamento.

Sarà premura delle autorità nazionali rilasciare i certificati, che potranno essere anche in formato cartaceo (con un codice QR per facilitare la scansione). Il rilascio dei certificati deve necessariamente avvenire in forma gratuita, senza oneri per il richiedente.

Il certificato COVID-19 dà un lascia passare valido su tutto il territorio dell’Unione Europea, significa che gli Stati membri non potranno – a livello individuale – adottare misure più restrittive per chi ne è in possesso, ad esempio chiedendo comunque periodi di auto-quarantena dopo l’ingresso nello Stato. Questo fatte salve le ipotesi di reali ed urgenti esigenze di salute pubblica. In quest’ultimo caso – “laddove possibile” -, è richiesto che il Governo comunichi la decisione agli altri Stati membri con almeno 48 ore di anticipo rispetto all’entrata in vigore delle norme restrittive.

Diversa invece la situazione nella fase di emissione del certificato, dove le autorità locali hanno maggiori margini. In Italia, spiega Il Post, il Governo ha scelto di concedere il Green Pass già dopo 15 giorni dalla prima dose del vaccino. Questo certificato provvisorio dura fino alla data della seconda dose e poi – a trattamento completato – viene esteso per una durata di 9 mesi.

Ovviamente, si premura di sottolineare il sito ufficiale del Parlamento EU, il certificato COVID-19 non sostituisce i normali documenti di viaggio, che dovranno essere portati con sé in caso si voglia visitare un altro Paese.

Questo ovviamente non inibisce ai Governi locali la possibilità di stringere accordi con Stati extra-UE per il riconoscimento reciproco dei rispettivi certificati. Ad esempio, in questi giorni, l’Italia sta trattando con gli Stati Uniti d’America e il Regno Unito per consentire il turismo da e verso i due Paesi.