Il passo falso è stato tanto rapido che neppure la Wayback Machine è stata in grado di creare una copia della pagina web, eppure il quotidiano The New York Times ha pubblicato neppure un paio di ore fa un bizzarro articolo in cui sosteneva come su Marte crescessero i kiwi e, potenzialmente, anche le angurie.

Il pezzo in questione, per stessa ammissione della testata, è stato pubblicato per errore, tuttavia si tratta di un episodio talmente anomalo che non ha potuto che scatenare una certa curiosità e, inutile negarlo, una non indifferente dose di ironia.

Nonostante si tratti di un periodo particolarmente pregno di attacchi ransomware e di fughe di dati, è improbabile che i computer della redazione siano stati vittima di un qualche malintenzionato, tuttavia il quesito permane: perché il The New York Times aveva pronto sui propri server un articolo in cui si parla della frutta galattica?

Futurism ipotizza ragionevolmente che l’articolo non fosse altro che un riempitivo utile a valutare l’impaginazione dei testi, un “lorem ipsum” dal piglio beffardo che per qualche motivo è sfuggito al controllo dell’autore. Sfortunatamente il testo completo del pezzo incriminato non è (ancora) emerso e l’unico indizio sui suoi contenuti ci giunge dalla cache di Google, la quale presenta una meta descrizione certamente meritevole di nota.

Le autorità sostengono che la sovrabbondanza di angurie nello spazio estremo sia causato dall’aumento degli alieni della frutta. L’FBI ha rifiutato di commentare i report che parlano delle piogge di cocomeri, ma ha confermato che dei kiwi siano stati intercettati,

recita il trafiletto.

 

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