TikTok ha dimostrato un modo “strano” di approcciarsi ai minori, in più è accusato di lanciarsi nella pubblicità occulta e di avere termini contrattuali poco chiari, quindi la Commissione dell’Unione Europea inizia a voler gettare luce su un paio di punti che sono pregni di ambiguità.
I legislatori UE hanno quindi deciso di aprire “un dialogo formale” con l’azienda di origine cinese e lo hanno fatto chiedendo che entro un mese siano fornite delle risposte ai vari dubbi sollevati dalle agenzie che proteggono i consumatori.
La corrente pandemia ha ulteriormente accelerato la digitalizzazione. Ciò ha offerto nuove opportunità, ma ha anche creato nuovi rischi, in particolare ai consumatori vulnerabili.
Nell’Unione Europea è proibito bersagliare i bambini e i minori con pubblicità non palesi, quali i banner nei video. Il dialogo che lanciamo oggi dovrebbe aiutare TikTok ad adeguarsi alle regole che l’Unione Europea adotta per proteggere i consumatori,
ha dichiarato Didier Reynders, Commissario della giustizia.
Questo vuol dire che, ora come ora, l’UE non stia prendendo una posizione formale e non abbia intenzione di aprire un indagine, piuttosto spera di cercare un compromesso o una soluzione pacifica con cui convincere il social a iniziare a rigare dritto.
Gestire le vie legali che mirano a normare i portali internettiani di tale portata è d’altronde una missione sempre complessa e articolata, persino quando i crimini sono palesi.
Per quanto riguarda l’accesso al servizio ai minori, per esempio, è difficile pensare che TikTok, Instagram e altri siano davvero all’oscuro del fatto che molti bambini falsifichino i dati di registrazione, ma allo stesso tempo si dimostra insidioso il dimostrare che una simile leggerezza nei controlli sia eseguita in via volontaria.
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