In questi mesi si è sentito parlare spesso di come la Cina stia giocando molto sulla cosiddetta “diplomazia dei vaccini“, tuttavia tale diplomazia verte abitualmente sul distribuire medicamenti ai Paesi bisognosi, mentre per Taiwan la situazione sembrerebbe essere quella diametralmente opposta.
Stando alla denuncia del Presidente del Taiwan, Tsai Ing-wen, la Cina starebbe bloccando per vie traverse le possibilità del governo locale di acquistare i vaccini dell’azienda farmaceutica tedesca BioNTech.
La situazione sull’isola sta progressivamente peggiorando e i contagi sono in aumento, motivo per cui il Governo si è fortemente impegnato per trovare un accordo con l’azienda, tuttavia il gigante asiatico sarebbe intervenuto all’ultimo per intromettersi tra le due parti.
Stando alle testate del posto, la Cina avrebbe fatto valere alcune clausole contrattuali imposte a BioNTech, le quali riconoscono nell’Amministrazione Xi Jinping l’unico fulcro di distribuzione di vaccini autorizzato a operare a Hong Kong, Macao e, per l’appunto, Taiwan.
Taiwan, bisogna ricordare, è uno Stato de facto che non è riconosciuto ufficialmente dai membri permanenti del consiglio di sicurezza ONU, ma neanche dalla Cina, la quale anzi rivendica l’isola come parte dei suoi territori.
Sebbene la posizione ufficiale del Paese sia chiara – basti tenere a mente che è anche nota come Repubblica di Cina -, il contesto effettivo è molto più sfumato e ambiguo. Di fatto, ora che Hong Kong è stata perlopiù riassorbita dal potere continentale, Taiwan è divenuta la cuspide asiatica a cui si appoggiano molte aziende occidentali, trasformandosi in un terreno di furenti battaglie diplomatiche tra gli USA e la Cina.
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