Alcuni dipendenti di Google stanno cercando di convincere l’azienda a prendere alcuni provvedimenti contro lo Stato d’Israele, a partire dal riconoscimento della libertà di poter esprimere opinioni antisioniste all’interno dell’azienda.  Le pressioni arrivano da Jewish Diaspora in Tech, un neonato gruppo di dipendenti ebrei che non si riconoscono nelle posizioni di ‘Jewglers‘, il gruppo ufficiale dedicato ai dipendenti di origine ebraica.

L’ERG Jewglers  in passato aveva più volte messo in guardia Google dal pericolo che gli attacchi mirati contro Israele portassero ad una escalation di episodi di antisemitismo all’interno dell’azienda. All’interno del gruppo, scrive poi The Verge, negli ultimi giorni sarebbero nate diverse campagne di raccolta fondi destinate allo Stato d’Israele.

La lettera nasce proprio dopo che la maggior parte dei dipendenti iscritti al gruppo ufficiale si sono rifiutati di sostenere una dichiarazione di condanna allo Stato d’Israele. Ma non solo, i firmatari sostengono anche di non essere riusciti ad esprimere le loro opinioni all’interno del più grande gruppo dedicato ai dipendenti ebrei, da qui la richiesta di maggiori attenzioni verso la libertà d’espressione.

Il gruppo Jewish Diaspora in Tech sostiene che Google oggi non sia “un posto di lavoro dove poter esprimere apertamente opinioni antisioniste”. La lettera, che conta un paio di centinaia di firme, chiede che Google riconosca la libertà d’espressione dei suoi dipendenti e che l’azienda prepari un comunicato ufficiale che condanni le azioni militari dello Stato d’Israele nella Striscia di Gaza e riconosca la sofferenza del popolo palestinese.

Ma non solo: i dipendenti chiedono anche che Google faccia una donazione a sostegno della popolazione palestinese e interrompano ogni contratto di collaborazione con l’IDF, l’esercito israeliano.