La Russia si prepara ad organizzare la sua prima unità militare equipaggiata, tra le altre cose, anche con una serie di mini-carrarmati guidati da remoto. Il veicolo senza pilota si chiama Uran-9 ed è equipaggiato con una torretta mitragliatrice, un lanciafiamme e un’arma anti-carro. Esistono anche diverse versioni del robot progettate per operazioni di ricognizione e antincendio. In tutti i casi, lo strumento è usato per scenari ad alto rischio, in modo da minimizzare le perdite umane.
La prima unità dotata di robot incursori sarà formata all’interno dell’Esercito russo e potrà contare su cinque robot Uran-9
si legge in una nota della TASS, agenzia stampa governativa.
Per il momento i robot-killer, come sono chiamati i sistemi automatizzati o pilotati da remoto con capacità offensiva, verranno impiegati esclusivamente per scopi di ricerca. Insomma, se ne staranno ben lontani dagli scenari di guerra. In futuro gli Uran-9 potrebbero diventare un importante asset della Difesa russa.
Ci aspettiamo di continuare ad espandere la gamma di robot impiegati per scopi militari. Stiamo lavorando a robot pesanti per le operazioni di bonifica dei campi minati, mentre altri avranno funzione di perlustrazione, rilevazione delle radiazioni e dei componenti chimici nell’atmosfera
ha poi aggiunto il Ministro della Difesa Sergei Shoigu.
Nel 2018 la Russia aveva provato ad impiegare i suoi Uran-9 in Siria, ma i robot si erano dimostrati altamente carenti nel corso di diverse operazioni militari. I problemi riguardavano sia i sistemi di sospensione del veicolo, sia la precisione della mira della torretta mitragliatrice. Nel frattempo l’esercito russo ha lavorato alacremente per risolvere le criticità del robot.