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[quote]La steadicam è un supporto meccanico, su cui può essere montata una macchina da presa, o una telecamera, sostenuto dall’operatore per mezzo di un sofisticato sistema di ammortizzazione agganciato ad un “corpetto” indossabile.
Grazie al corpetto, l’operatore (detto steady-man) ha le mani libere per controllare la macchina, ed allo stesso tempo può muoversi liberamente, o addirittura correre, senza che il sistema da lui sorretto riceva vibrazioni od oscillazioni eccessive (essendo collegato al corpetto da un braccio con molle o pistoni a gas – a seconda del modello). Al posto del mirino classico, si adotta un piccolo monitor di servizio, che consente di tenere d’occhio l’inquadratura ed anche il terreno sul quale si cammina. L’operatore può eventualmente essere aiutato da un assistente che lo guidi negli arretramenti e sorregga eventuali cavi. [/quote]
Sviluppata inizialmente dall’esercito americano come sistema adiuvante per i mitraglieri laterali sugli elicotteri, il sistema steady ha rivoluzionato il cinema e la televisione. Là dove una volta era obbligatorio ricorrere ai pesanti dolly (le camere su binario o furgoncino), si aprono improvvisamente al regista possibilità di mobilità prima sconosciute, una rivoluzione tecnologica che probabilmente può essere comparata soltanto con l’avvento delle macchine da presa digitali.
La data di introduzione non è univoca, perchè fu preceduta da vari tentativi meno riusciti, come la Stabilizzatore Brown, comunque si parla all’incirca della fine degli anni ’70 inizio ’80.
Scene che non avremmo mai visto senza la steady:
la scena del corridoio di Shining.
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la corsa di Rocky sopra i gradini del museo
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o i 184″ (!) di Quei Bravi Ragazzi della scena dentro la cucina del Copacabana.
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