WhatsApp rassicura i suoi utenti: “le vostre conversazioni non saranno monitorate, nemmeno dopo l’entrata in vigore dei nuovi termini di servizio”. Basterà a fermare l’esodo verso le app rivali?

WhatsApp corre ai ripari. Dopo l’esodo dei suoi utenti verso Telegram e Signal, l’app di messaggistica ha predisposto una serie di rassicurazioni: “con i nuovi termini di servizio non violeremo la vostra privacy“.

Dalla scorsa settimana, gli utenti WhatsApp hanno iniziato a ricevere degli avvisi che invitano a leggere e accettare i nuovi termini di servizio. Trai cambiamenti più eclatanti c’è una maggiore integrazione tra WhatsApp e Facebook, con quest’ultima piattaforma che otterrebbe alcuni dati preziosi, tra cui il contenuto delle conversazioni con gli account delle aziende che usano i servizi di WhatsApp Business. I dati saranno usati per offrire inserzioni pubblicitarie personalizzate su Facebook e Instagram.

Gli utenti hanno fino ad inizio febbraio per accettare i nuovi termini di servizio di WhatsApp.

La notizia ha creato un discreto malcontento tra alcuni utenti e milioni di persone in tutto il mondo hanno scaricato in massa le app rivali Telegram e Signal. Signal in particolare era stata suggerita da Elon Musk, mentre Pavel Durov, CEO di Telegam, ha annunciato che la sua app ha ottenuto 25 milioni di nuovi iscritti in appena 72 ore.

WhatsApp in queste ore ha avviato un’importante campagna di comunicazione per rassicurare i suoi utenti, nel tentativo di frenare l’esodo verso altre app. L’app di Facebook ha condiviso un’infografica dove, in pillole, vengono risolti i dubbi degli utenti più scettici, punto per punto.

WhatsApp ha assicurato che le conversazioni private degli utenti non verranno mai monitorate, e che la crittografia end-to-end non è in discussione.

 

 

WhatsApp ha anche aggiornato le sue FAQ, con una sezione ad hoc interamente dedicata ai nuovi termini di servizio e alla condivisione di alcuni dati con Facebook. Il focus, anche in questo caso, è dedicato ai messaggi privati degli utenti che, come ribadisce l’azienda, non potranno essere letti né da WhatsApp né da Facebook, come è sempre stato.

Eppure, nota il blog MacRumors, forse WhatsApp dovrebbe concentrarsi di più nel comunicare non tanto cosa non sarà monitorato e condiviso con Facebook, quanto sulle categorie di dati che, a partire da febbraio, verranno effettivamente condivise. Quest’ultimo è probabilmente il punto più importante di tutti, e ad oggi non è ancora chiaro.

Sull’argomento:

 

 

WhatsApp Affirms User Privacy Following Backlash Over Data Sharing With Facebook (macrumors.com)