Peter Sundae ha accusato le lobby del copyright di comportarsi in modo ‘mafioseggiante’. «Le leggi che avete promosso vengono usate dai governi autoritari per sopprimere la democrazia».

In una lunga e appassionata lettera, Peter Sundae ha messo in guardia il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti d’America dagli atteggiamenti “mafioseggianti” delle lobby del copyright. «Non possiamo permettere che le lobby difendano un mondo dove le informazioni e la cultura sono controllate in modo centralizzato», ha detto.

Peter Sundae è stato uno dei fondatori di The Pirate Bay, il noto portale per scaricare torrent illegali. Oggi Sundae non ha più nulla a che fare con il sito, in compenso ha fondato due servizi —Njakka e Ipredator VPN— che continuano a non piacere per nulla all’industria dell’intrattenimento.

Proprio Njakka —un servizio di registro domini che offre un altissimo livello di privacy— è finito al centro di una nuova polemica: alcune grossi lobby che rappresentano le principali major di Hollywood e dell’industria musicale lo hanno segnalato al Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti d’America, figura che, tra le altre cose, si occupa anche di domini internet e protezione del copyright.

La tesi delle lobby dell’entertainment è che le forti misure di protezione offerte da Njakka rendano di fatto impossibile risalire alle persone o organizzazioni dietro ad uno specifico dominio, motivo per cui i principali clienti della piattaforma di hosting sarebbero quasi esclusivamente attività criminali. Soprattutto siti attivi nella diffusione di torrent e streaming illegali.

Peter Sundae ha deciso di rispondere alle accuse in prima persona, scrivendo a sua volta una lettera al Rappresentante.

Viviamo in un mondo dove le fake news e i troll eleggono i presidenti. Questo è in gran parte colpa delle grandi compagnie americane e dei loro tentativi di lobby. Non possiamo dare per scontato il diritto all’informazione. Non dovremmo centralizzare il controllo sull’informazione, questo non deve avvenire in nessuna forma.

La lettera di Sundae non menziona una sola volta Njakka, l’azienda da lui fondata di cui si chiede la chiusura. Al contrario, il focus è tutto su un principio caro alla community di The Pirate Bay: le informazioni devono essere gratutite e decentralizzate. Musica e film sono informazioni e cultura. Un diritto, dunque.

L’informazione è la pietra fondante della nostra eredità culturale, della nostra democrazia, della nostra lingua comune e della nostra conoscenza condivisa. Non possiamo permettere che un manipolo di lobby ricche ed opportunistiche detti le condizioni su come e quando usufruirne.

Sostenere che grossomodo metà del web, metà del mondo, siano nemici di un business, significa ammettere che quel business è arcaico. È ora che si adattino alla realtà.

si legge sempre nella lettera indirizzata all’authority statunitense.

Queste organizzazioni sono disposte a mettere la nostra democrazia globale a repentaglio. Le leggi promosse dalle loro lobby per proteggere il loro modello di business vengono usate anche dai dittatori per impedire al popolo di privarli del potere.

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