Le Intelligence chiedono di avere accesso ai programmi di messaggistica in stile WhatsApp, quelli protetti da crittografia end-to-end.
I servizi segreti di Stati Uniti, Australia, Regno Unito, Nuova Zelanda e Canada, i cosiddetti “Five Eyes“, hanno infatti pubblicato domenica un documento congiunto con cui chiedono di sacrificare un po’ di privacy in favore di una maggiore sicurezza.
Nell’atto pratico le Intelligence vorrebbero che WhatsApp, Messenger, Telegram, Signal e omologhi concedano loro l’accesso a una backdoor con cui poter scandagliare con agilità i messaggi degli utenti privati, così da poter intercettare – dicono – i complotti terroristici e gli scambi pedopornografici.
Bisogna ricordare che non esista una definizione che vada a definire cosa sia precisamente un terrorista.
Il termine é stato storicamente adoperato dal Governo statunitense per etichettare gli ambientalisti che, pur non compiendo alcun omicidio, danneggiavano direttamente le industrie farmaceutiche. Più recentemente lo stesso presidente USA, Donald Trump, ha annoverato tra i terroristi anche i manifestanti di Black Lives Matter e l’Antifa.
Gli “007” delle cinque nazioni promettono tuttavia che il libero accesso ai dati non andrà in alcun modo a minare la riservatezza degli utenti, di fatto delegando alle singole aziende l’impresa di modificare gli algoritmi delle app senza che si creino pesanti falle di sistema.
Ribadiamo che la protezione dei dati, il rispetto della privacy e l’importanza della crittografia nel cambiamento tecnologico e nello sviluppo degli standard globali di Internet rimangano in prima linea nell’inquadramento legislativo di ogni Stato.
Tuttavia, sfidiamo la tesi per cui la sicurezza pubblica non possa essere protetta senza compromettere la privacy o la sicurezza cibernetica. Crediamo fermamente che siano possibili approcci in grado di proteggere ognuno di questi importanti valori e ci impegniamo a collaborare con le aziende per trovare soluzioni reciprocamente accettabili,
recita la lettera che, affianco ai Five Eyes, viene firmata anche da Giappone e India.
L’accesso ai programmi di messaggistica criptata era già stato richiesto dalle Intelligence nel 2018, ma allora i toni erano stati decisamente meno concilianti e la proposta era caduta del tutto inascoltata.
Potrebbe anche interessarti: