Le due isole Diomede, nello stretto di Bering, sono separate da un braccio di mare di tre chilometri al centro del quale passa il confine fra Stati Uniti e Russia e anche la linea del cambiamento di data. Questo fa sì che gli abitanti delle due isole vivano contemporaneamente in due giorni diversi.

Vengono chiamate anche “Isola di Domani” e “Isola di Ieri“: rispetto all’UTC (fuso orario di Greenwich) Grande Diomede, la russa, è a +12, invece Piccola Diomede, l’isola americana, si trova a -9 .

Per questo, nonostante la vicinanza, una è ventuno ore avanti rispetto all’altra.

Questo si traduce in un’apparente differenza di sole tre ore, ma per ventuno ore al giorno le due isole si trovano in due giorni diversi.

Ad esempio alle 17,30 di sabato sulla Piccola Diomede corrispondono le 14,30 di domenica sulla Grande Diomede: la prima sembrerebbe essere tre ore avanti rispetto alla seconda, invece è ventuno ore indietro.

 

 

Segnalate dall’esploratore Semën Dežnëv nel 1648, e intitolate a San Diomede nel 1728 da Vitus Bering, nel 1867 furono separate: la più occidentale restò alla Russia, la più orientale fu venduta agli Stati Uniti insieme all’Alaska. Durante la guerra fredda le due isole furono il punto più vicino tra le due superpotenze.

Nel 1958 un ingegnere americano, T.Y. Lin, progettò un ponte per collegare Asia e America attraversando lo stretto di Bering: il ponte lungo cento chilometri e suddiviso in tre sezioni, avrebbe dovuto poggiare i piloni sulle due isole.

 

 

 

La Scoperta

Le prime notizie sulle due isole risalgono all’esploratore russo Semën Dežnëv che ne documentò l’esistenza nel 1648. Passò più di un secolo, quando l’esploratore danese Vitus Bering, per conto della Russia, effettuando ricognizioni nel Pacifico settentrionale al fine di stabilire connessioni tra il continente asiatico e l’Alaska, scoprì il braccio di mare tra le due isole oggi noto come stretto di Bering e, il 16 agosto 1728, anche le nostre isole.

Essendo quello il giorno in cui la Chiesa ortodossa russa celebrava la memoria del martire Diomede di Tarso, le isole furono chiamate Isole Diomede.

Una vera e propria esplorazione del territorio avvenne nel 1732 ad opera del geodeta russo Michail Gvozdev (1700-04 — post 1759), quando le isole già facevano parte della Russia imperiale come provincia dell’America russa; con la vendita di quei territori agli Stati Uniti nel 1867, poi, la Piccola Diomede seguì le sorti dell’Alaska mentre la Grande Diomede rimase russa e, dal 1922 fino al 1991, sovietica.

Le due isole hanno rappresentato moltissime volte un simbolo di unione tra le due grandi potenze. Durante la guerra fredda le isole erano gli avamposti tra loro più prossimi delle due superpotenze mondiali: solo tre chilometri di mare separavano i due Paesi, con il confine che passava a metà strada tra le due isole.

Il 7 agosto 1987 la statunitense Lynne Cox, all’epoca trentenne, effettuò a nuoto la traversata del braccio di mare tra le due isole, partendo dalla propria sponda per approdare su quella sovietica; l’impresa avvenne in condizioni al limite del proibitivo, in quanto, pure essendo piena estate, la temperatura dell’acqua era intorno ai 5 ºC.

L’intento della nuotatrice era quello di favorire la distensione tra i due Paesi, all’epoca governati rispettivamente da Reagan e Gorbačëv. Il presidente russo successivamente ricevette personalmente Lynne Cox a Mosca e la menzionò tra gli ispiratori del Trattato sulle forze nucleari a medio raggio firmato dai due leader a Washington nel dicembre di quell’anno.

Tra le curiosità c’è anche il fatto che il presidente degli Stati Uniti era all’oscuro dell’impresa della nuotatrice, tanto che affermò di non sapere a chi si fosse riferito Gorbačëv quando la menzionò al momento della firma.

 

 

 

 

Il ponte di Bering e i paradossi del tempo

Il ponte di Bering, se venisse realizzato, stabilirebbe diversi primati tra i quali in primis il ponte più lungo del mondo e risulterebbe un collegamento ininterrotto via terra fra America, Asia, Europa e Africa.

L’ultimo primato, senza dubbio il più curioso, consentirebbe, partendo dalla costa siberiana alla sera, di arrivare in Alaska la stessa mattina del giorno di partenza.

Tuttavia le difficoltà non sono poche e, ad aggiungersi all’enorme investimento economico affrontabile da governi di più nazioni, vi sono importanti aspetti tecnici da considerare.

Oltre a essere il ponte più lungo del mondo mai realizzato, bisogna considerare anche le proibitive condizioni climatiche dell’ubicazione dell’infrastruttura.

Il ponte sorgerebbe in un tratto di mare relativamente calmo e poco profondo, ma insidioso poiché caratterizzato dall’imprevedibile presenza di grandi iceberg pesanti svariate tonnellate per almeno otto mesi l’anno e che, con il loro ciclico spostamento verso sud, impattererebbero continuamente contro la struttura sottoponendola a sollecitazioni di un certo livello.

La sfida maggiore è quindi rappresentata dalla progettazione, che dovrebbe essere accuratamente studiata e verificata, per resistere a lungo contro questo frequente fenomeno, garantendo la massima longevità e sicurezza; inoltre non si dovranno sottovalutare anche i complementari effetti di altri fattori naturali non meno influenti come il vento, l’acqua, la salsedine marina, le temperature glaciali con picchi di -60 °C  e anche una moderata sismicità della zona.

Una soluzione per ovviare a queste criticità potrebbe essere la realizzazione di un tunnel sottomarino di analoga lunghezza che, per le sue caratteristiche, qualora fosse realizzato, si aggiudicherebbe il primato di tunnel sottomarino più lungo del mondo.

Tuttavia se per certi versi si eviterebbero molti problemi rispetto a un collegamento in superficie, i tempi di realizzazione sarebbero molto più lunghi (biblici considerando le burocrazie di moltissimi paesi) e i costi altrettanto esorbitanti.

 

Il villaggio di Ignaluk su Piccola Diomede

 

Ma tornando alle Isole di Ieri e di Domani le troviamo appena al di sotto del Circolo Polare Artico, e la vita non deve essere facile per i circa centocinquanta abitanti di ogni isola.

Ovviamente ci sono dei vantaggi quanto meno curiosi: vivere due volte i giorni che ami di più, tipo il compleanno o la domenica, e cancellare giorni neri come il venerdì 17 o tutti i lunedì.

La domenica poco prima di mezzanotte sei sulla Grande Diomede, attraversi i tre chilometri dello stretto e arrivi sulla Piccola Diomede che è passata da poco la mezzanotte di sabato.

Insomma anche Marty McFly e Doc avrebbero difficoltà nel saltare così tante volte i giorni, andando indietro e avanti nel tempo.

 

Questo articolo è parte di una serie: Isole Misteriose