Stando a una recente ricerca statunitense, carogne e brave persone hanno pari opportunità di emergere nell’ambiente di lavoro.

Gli scienziati del Haas School of Business dell’università della California di Berkeley hanno sfidato i luoghi comuni e, attraverso un’indagine durata ventun anni, hanno stabilito che gli individui generosi e altruisti hanno le medesime possibilità di carriera degli psicopatici.

Per mettere in dubbio le opinioni di pancia che ci portano a credere che il mondo occidentale sia dominato solamente da yuppi privi di empatia, tra il 1999 e il 2008 i ricercatori californiani hanno sottoposto a un test della personalità 671 studenti di diversa etnia e genere.

Quest’anno, quegli stessi studenti, divenuti nel frattempo membri produttivi della società, sono stati ricontattati ed è stato chiesto loro di descrivere il loro attuale ruolo professionale, nonché il contesto aziendale in cui si sono andati a inserire.

In antitesi alle loro stesse aspettative, gli scienziati si sono trovati a studiare un panorama in cui l’essere buoni o cattivi risulta totalmente ininfluente.

Sebbene gli istinti aggressivi siano apparentemente in grado di offrire un vantaggio utile a portare avanti una spietata scalata sociale, proprio questo impulso all’ostilità finisce infatti con l’inimicare colleghi e datori di lavoro, annullandone le potenzialità.

Gli individui spiacevoli – che siano egoisti, bulli o odiosi – non hanno ottenuto più potere nella loro carriera di quanto non ne abbiano ricevuto coloro che sono piacevoli, generosi e premurosi. Essere stronzi semplicemente non aiuta a ottenere posti di potere,

ha fatto notare il professor Cameron Anderson, ricercatore a capo dell’indagine.

Dall’università di Berkeley sottolineano con una certa soddisfazione come il mito del leader psicopatico possa quindi venir finalmente lacerato, ma allo stesso tempo non mancano di far notare come l’attuale sistema non sia interessato a filtrare le cosiddette mele marce.

Quello che si evince dalla ricerca è piuttosto l’alto potere delle interconnessioni umane. A garantirsi il successo sul lavoro sono infatti gli individui estroversi, a prescindere che questi si dimostrino delle carogne infami o dei santi benevolenti.

 

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