La NASA dice addio ai nomignoli “razzisti”. «La Scienza è aperta a tutti, crediamo nella diversità», dice l’Agenzia.

Così l’Agenzia americana dice addio alle Galassie “siamesi” o alla Nebulosa Eschimese, saranno rinominate. Perché? Beh, sono due nomi “razzisti” o almeno così dice la NASA.

In futuro l’Agenzia spaziale potrebbe iniziare a riferirsi ad alcuni tra stelle, galassie e asteroidi usando esclusivamente le numerazioni e gli acronimi ufficiali: NGC 4567 e NGC 4568 per quel che riguarda le due (ex?) galassie gemelle siamesi.

Non è il primo cambio di rotta di questo tipo per la NASA, che già in passato si era ritrovata per le mani la patata bollente dei nomi “razzisti”. Le virgolette sono d’obbligo, perché non stiamo parlando dell’asteroide KKK o della stella Hermann Goering, ma di nomignoli più subdoli, che ad un pubblico occidentale, dopo tutto, potrebbero sembrare più che innocui. Il punto è proprio questo, però: alcuni membri delle minoranze sono di tutt’altro avviso e parlano di etnocentrismo. Eschimese, ad esempio, ha origine coloniale mentre con gemelle siamese c’è un altro guaio: si associa una malformazione ad una regione geografica. Che fare?

Nel 2019 era stato il turno di Ultima Thule — nomignolo affibbiato all’asteroide ora noto come 486958 Arrokoth. Era un omaggio alla leggendaria isola della mitologia europea, peccato che lo stesso riferimento fosse già stato scippato dalla Società Thule, organizzazione antisemita tedesca nata all’inizio del XX secolo e nota per la sua componente esoterica. Insomma, ora è un tabù.

Il nostro obiettivo è far sì che tutti i nomi siano allineati con i nostri valori di diversità e inclusione, lavoreremo attivamente assieme alla comunità scientifica per assicurarlo. La Scienza è per tutti, ogni aspetto del nostro lavoro deve riflettere questo valore

ha spiegato Thomas Zurbuchen, associate administrator della NASA. Piaccia o meno, la NASA volta pagina.