C’è un punto della Terra che si sta raffreddando: l’anomalia è nota da almeno cinque anni, ma forse adesso si è capito meglio da cosa sia generata.
La Terra si sta scaldando a una velocità sempre maggiore, ma nella preoccupante cartina che mostra con una scala di colori l’entità mondiale del fenomeno, salta subito agli occhi un’anomalia: c’è una zona nel Nord Atlantico che resiste ostinatamente alla tendenza e in realtà in quella parte del mondo le temperature stanno diminuendo.
Questa “macchia fredda” è stata un argomento di interesse per i climatologi sin da quando è stata individuata per la prima volta nel 2015.
Le complessità della circolazione oceanica la rendono difficile da spiegare, ma un nuovo studio appena uscito aggiunge dettagli importanti al fenomeno rivelando anche che ci sono concause che generano il fenomeno.
I risultati si devono al lavoro di un team di ricercatori del Max Planck Institute for Meteorology in Germania che hanno applicato la modellistica climatica a lungo termine per simulare varie configurazioni e trovare così le corrispondenze con il calo della temperatura osservato.
Uno dei fattori che hanno identificato come responsabile di questo fatto è che l’Atlantic meridional overturning circulation (AMOC) si è notevolmente indebolita dalla metà del 20° secolo. Questo in realtà non è qualcosa di sorprendente in quanto era già stato mostrato da altri studi.
L’AMOC che, in italiano si traduce come capovolgimento meridionale della circolazione atlantica, è un’importante corrente oceanica dell’Oceano Atlantico, caratterizzata da un flusso in direzione nord di acqua salina calda negli strati superficiali dell’Atlantico, e da un flusso in direzione sud di acqua fredda in profondità.
Ciò che sta causando il rallentamento di questa corrente non è così chiaro anche se alcuni modelli suggeriscono che sia generata dall’acqua di fusione che arriva in maggiore quantità dalla Groenlandia unita all’aumento delle temperature globali.
Per capire meglio l’anomalia i ricercatori di questo ultimo studio hanno usato un modello dettagliato del clima planetario per accoppiare le variazioni di energia, anidride carbonica e acqua attraverso l’oceano, la terra e l’atmosfera.
Ma non solo il rallentamento dell’AMOC influenza quest’anomalia c’è anche un aumento del trasporto di calore oceanico fuori dalla regione verso latitudini più elevate che è chiaramente attribuibile, secondo i ricercatori, alla forzatura antropica.
Inoltre c’è anche un effetto atmosferico legato al raffreddamento dell’acqua: quando le correnti calde in arrivo si raffreddano, producono nuvole basse che riflettono la radiazione raffreddando ulteriormente la superficie.
Per ragioni complesse, le circolazioni subpolari stanno aumentando la velocità, attirando calore dall’AMOC e lasciando la massa fredda ancora più fredda.
C’è ancora molto lavoro da fare per comprendere con maggiori dettagli la situazione, ma oltre al legittimo desiderio di comprendere in realtà è solo il tempo di agire per arginare la distruzione del nostro pianeta.
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