I raccolti in Argentina e Brasile sono minacciati da uno sciame di locuste che copre un’area di 15 km quadrati e che si sta facendo strada attraverso i campi.

Grande attenzione in Sudamerica già da qualche giorno per le locuste, parassiti famelici che quest’anno hanno messo in ginocchio l’Africa e l’Asia orientale e che ora, viaggiando dal Paraguay all’Argentina si dirigono in Brasile e Uruguay.

Gli insetti possono coprire una distanza di 150 km in un giorno distruggendo praticamente tutto quello che trovano sul loro cammino, come ben sanno anche il Kenya e l’India che stanno ancora combattendo contro gli sciami.

Moltissimi i post su twitter simili a quello sottostante con i video dell'”attacco” a Gurgaon in India di due giorni fa.

 

 

Se la situazione in India è davvero preoccupante, lo sta diventando anche quella in Sudamerica.

Il servizio nazionale per la sanità e la qualità agroalimentare (SENASA) del governo argentino ha confermato che un’enorme nuvola di cavallette proveniente dal Paraguay avanza sulle province argentine. Lo sciame è tenuto sotto controllo da maggio, quando è stata avvistato dalla provincia argentina di Formosa dove ci sono molti produttori di manioca, mais e canna da zucchero.

 

 

Per avere un’idea dei danni che possono causare, il coordinatore del programma nazionale di locuste Hector Medina ha spiegato che in un chilometro quadrato vi sono fino a 40 milioni di insetti, che consumano quantità di cibo pari a quello di 35.000 persone o circa 2.000 mucche al giorno.

Sono ovviamente in corso trattamenti coordinati dal SENASA per contenere l’invasione e che stanno dando alcuni buoni risultati:

 

 

Il problema comunque si prospetta grave e Medina ha spiegato che

stanno seguendo il movimento di questa piaga e grazie a un fronte freddo proveniente dal sud in questi giorni dovrebbero essere un po’ fermate.

Le basse temperature “impediranno loro di muoversi e riprodursi. La letargia li fa rimanere fermi “, ha aggiunto Medina.

Intanto in Africa la situazione è sempre abbastanza critica, come riportato nell’ultimo aggiornamento della FAO di cui è riportata di seguito la mappa esplicativa.

 

Situazione delle locuste, aggiornamento del 27 giugno 2020. Credito: FAO

 

Ricordiamo infine che l’invasione di cavallette ha toccato anche la Sardegna quest’anno con una violenza maggiore degli anni scorsi. In particolare l’anno scorso si era verificata un’invasione simile con moltissimi ettari di terra occupati dalle locuste, che causarono grosse perdite a circa 20 aziende agricole ubicate tra Ottana, Bolotana, Orotelli e Orani. Ora, in un periodo già di per sé difficile a causa del coronavirus, l’incubo si ripete.

La Coldiretti ha dichiarato che quest’anno sono andati distrutti circa 25.000 ettari di coltivazioni, con danni nel 50% dei casi.

Coldiretti già da tempo denuncia la problematica delle invasioni di locuste, dovuta soprattutto ai cambiamenti climatici che determinano lunghi periodi di siccità alternati a intensi periodi di piogge, e alle numerose terre incolte presenti sul territorio sardo, a loro volta dovute alla crisi delle campagne legata a remunerazioni dei prodotti agricoli inferiori ai costi di produzione. Cosa che incide ovviamente sulle attività agricole rendendole insostenibili e che si inserisce nel quadro più ampio di una politica agricola che privilegia gli interessi dei grandi gruppi transnazionali.