Il Covid-19 può rimanere in vita nello sperma dell’uomo fino a 30 giorni dopo la guarigione: meglio farlo con il preservativo o astenersi.
Non è ancora chiaro se la malattia sia trasmissibile sessualmente ma lo studio condotto da un team di medici tailandesi ha rilevato che anche dopo la guarigione i pazienti che sono stati interessati dal Covid-19 mantengono all’interno del proprio sperma ancora tracce del virus. Se si dimostrasse che la trasmissione del virus può avvenire anche per via sessuale occorrerebbe ripensare alle misure di contenimento e astenersi dal sesso per ulteriori 30 giorni dopo la guarigione.
Come riportato nello studio:
Evitare il contatto con la saliva e il sangue del paziente potrebbe non essere sufficiente, poiché la sopravvivenza della SARS-CoV-2 nello sperma di un paziente in fase di recupero potrebbe infettare gli altri.
Il coronavirus si diffonde attraverso il contatto e le gocce di saliva. Si sono trovate tracce anche in campioni di feci e di urina e nel tratto gastrointestinale: e nello sperma?
Anche se il virus non può replicarsi nel sistema riproduttivo maschile può persistere in esso.
I medici che hanno esaminato lo sperma di 38 volontari hanno sottolineato che questa persistenza potrebbe essere dovuta all’imperfezione della barriera che esiste tra il flusso sanguigno e la sezione in cui viene prodotto lo sperma nei testicoli permettendo così al virus di passare dal sangue allo sperma.
La rosa dei volontari comprende pazienti guariti e pazienti ancora nella fase acuta della malattia e i risultati dimostrano che nel 16% dei casi il virus è ancora presente e apparentemente questa diffusione è indipendente dall’età, da eventuali malattie urogenitali, dal numero di giorni dall’esordio della malattia, dal numero di giorni dall’ospedalizzazione o giorni dal recupero clinico.
Sono necessari ulteriori studi per capire come si diffonde il virus, sulla sua sopravvivenza e concentrazione all’interno del seme maschile.
Seppure piccolo il campione può essere utile per studi futuri e più approfonditi: potrebbe dare nuove informazioni sulla prevenzione e il controllo del COVID-19.
Aspettando di sapere se effettivamente si rischia il contagio, i medici consigliano l’astinenza o l’uso del preservativo.
Lo studio è stato pubblicato nel Journal of American Medical Association (JAMA).
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