Violenza domestica: la realtà virtuale aumenta l’identificazione con gli altri attivando alcune reti cerebrali chiave. Mostrata l’identificazione dei partecipanti con donne a cui veniva fatta violenza verbale.

La realtà virtuale attiva reti cerebrali che aumentano la tua capacità di identificarti con altre persone, secondo una nuova ricerca pubblicata su eNeuro.

La tecnologia potrebbe diventare uno strumento nel trattamento delle persone violente in particolare di coloro che praticano violenza domestica.

Comprendere il punto di vista di qualcuno è cruciale per avere delle relazioni sane. Quando ciò non viene naturale, la realtà virtuale potrebbe essere in grado di aiutare il processo e far diventare le persone empatiche.

Con la realtà virtuale in prima persona il corpo virtuale diventa il tuo stesso corpo

Un’esperienza di realtà virtuale in prospettiva in prima persona fornisce feedback multisensoriali che possono indurre il cervello addirittura a pensare che un corpo virtuale sia il proprio stesso corpo.

Questo fa sì che il cervello reagisca agli eventi virtuali come se stessero accadendo nel mondo reale.

Con la risonanza magnetica funzionale è stata monitorata l’attività cerebrale di partecipanti mentre sperimentavano un’animazione in realtà virtuale di un uomo che abusava verbalmente di una donna. Il punto di vista era quello della donna a cui veniva praticata questa violenza.

Prima di guardare la scena, i partecipanti hanno seguito un allenamento di realtà virtuale incarnandosi nella donna o in uno spettatore che guardava la donna.

Le persone che hanno sperimentato l’incarnazione in prima persona hanno identificato il corpo della donna come il proprio e hanno dimostrato un’attività cerebrale sincronizzata nella parte del cervello che identifica lo spazio personale e la proprietà del corpo.

Hanno anche mostrato una forte attività sincronizzata in alcune parti del cervello relative alla percezione della minaccia quando l’uomo si è avvicinato.