Se lo chiede un lungo articolo del New York Times: sempre più aziende stanno investendo massicciamente nelle macchine e nei software per l’automazione del lavoro.

Non è un fenomeno che nasce con il coronavirus, ma, quello dell’automazione del lavoro, è sicuramente un trend che sta accelerando in questo preciso momento in cui le aziende devono fare a meno di una grossa fetta della loro forza lavoro. Peraltro non è nemmeno certo che ritorneremo alla piena normalità in tempi rapidi.

Ma il coronavirus, scrive il NY Times, verosimilmente sta anche cambiando la percezione che abbiamo dell’automazione:

Pre-pandemic, people might have thought we were automating too much. This event is going to push people to think what more should be automated.

ha spiegato ad esempio Richard Pak, un professore della Clemson University.

Alcune aziende B2B che vendono dispositivi per l’automazione —dai macchinari per le fabbriche, ai robot che puliscono le stanze—, stanno iniziando a vedere delle crescite negli ordini a due cifre. Tra queste anche la Brain Copr di San Diego, un’azienda che vende dei sistemi automatici per la pulizia delle superfici. “Oggi i nostri robot svolgono ogni giorno 8mila ore di lavoro che sarebbero altrimenti state effettuate da lavoratori essenziali“, dice la stessa azienda. Dove, a scanso di equivoci e demonizzazioni improprie, quell’essenziale va inteso come “essenziali per altre funzioni più importanti” seguendo la narrazione per cui i robot ci daranno più tempo e benessere liberandoci dalle mansioni più tediose e ripetitive.

Eppure l’automazione introduce anche una serie di paure tutto fuorché irrazionali. Sul lungo periodo robot e IA finiranno per “rubare il lavoro” a diversi lavoratori.

Quanti? Bella domanda. Non esistono due soli paper che restituiscano la stessa stima, ma si parla di milioni di posti di lavoro. Pensate che colpirà soltanto operati e dipendenti non istruiti? Sbagliate, la pressoché totalità delle ricerche mette in guardia anche i cosiddetti white colar: avvocati, analisti finanziari, bancari e manager. I robot non risparmieranno nessuno.

Una nuova ondata di automazione, conclude quindi la prestigiosa testata americana, implica che quando l’aziende torneranno ad assumere, magicamente ci saranno meno posti di lavoro disponibili dell’era pre-coronavirus.

 

Robot che fanno cose: