Star Trail

Fotografare il moto apparente delle stelle con la tecnica dello star trail e i consigli dell’astrofotografo Gianni Tumino, la cui immagine è stata scelta come foto del giorno dalla NASA. 

L’immagine scattata dall’astrofotografo Gianni Tumino riprende il cielo sopra Ragusa: un cielo luminoso e limpido con strisce di stelle ben definite. La foto è stata scelta dalla NASA come foto astronomica del giorno e pubblicata sul sito Apod NASA lo scorso 28 marzo. In un’intervista al notiziario on line a cura dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Tumino spiega la tecnica dello star trail per poter fotografare il moto apparente delle stelle.

Gianni Tumino è un membro dell’associazione A.I.D.A. (Associazione Iblea Divulgazione Astronomica) Giovanni Battista Odierna ed è un grande appassionato di astrofotografia: questo il link alla pagina FaceBook in cui potete ammirare la fotografia.

Il movimento apparente delle stelle è una conseguenza del moto terrestre: osservandolo dalla Terra il cielo ci sembra in movimento e l’unica stella che appare immobile, nell’emisfero nord, è la stella polare attorno a cui tutte le altre stelle sembrano ruotare attorno.

A dispetto delle altre stelle del firmamento la stella polare appare immobile data la sua corrispondenza con il prolungamento dell’asse terrestre così da essere visivamente il perno su cui ruota il cielo.

È possibile fotografare una scia di stelle prodotta dal moto apparente grazie alla tecnica dello Star Trail. Questo tipo di tecnica utilizza tempi lunghi di esposizione permettendo di fissare in un’immagine le stelle come strisce nel cielo che formano centri concentrici attorno ad un punto fisso, la stella polare appunto.

A seconda di come si punta la fotocamera e dove ci si trova rispetto all’equatore gli effetti ottenuti saranno diversi.

Per dare impatto alla fotografia è necessario anche scegliere la giusta inquadratura.

Nell’emisfero nord puntando verso nord e verso la stella polare è possibile ottenere dei cerchi concentrici attorno ad essa.

Nell’emisfero nord puntando verso nord e verso la stella polare è possibile ottenere dei cerchi concentrici attorno ad essa. Allo stesso modo pur restando nello stesso emisfero è possibile puntare la fotocamera verso sud ottenendo sempre dei cerchi ma questa volta con il centro nascosto sotto l’orizzonte. Se invece si punta ad est o a ovest si troveranno quelle che sono chiamate strisce di inversione. In particolare man mano che ci si sposta verso est o ovest i cerchi diventano sempre più ampi, aperti e con una curvatura minore. Fino ad arrivare in un punto in cui il cerchio è una linea retta, senza più alcuna curvatura. Ma poi spostandosi verso sud ecco che le linee si incurvano nuovamente ma con la concavità rivolta in verso opposto.

Nell’emisfero sud, invece sotto all’equatore non si avrà un punto fisso perché non c’è alcuna stella fissa e il centro apparirà vuoto.

Se invece si è all’equatore si vedranno le stelle lasciare tracce dritte e parallela le une con le altre.

Nello specifico lo star trail permette di immortalare ciò che non è possibile vedere a occhio nudo e per farlo occorre conoscere la tecnica, una buona macchina fotografica e un cavalletto.

Lo star trail prevede tempi di posa molto lunghi che possono variare da quindici minuti a diverse ore oppure la possibilità di scattare tanti fotogrammi per poi comporli insieme in un’unica immagine ottenendo la scia di stelle.

Nel caso in cui si decidesse di optare per tempi di posa lunghi e se si intende utilizzare una macchina digitale occorre essere in possesso di una buona macchina con scatto BULB di varie ore per evitare di danneggiare la propria attrezzatura.

In caso invece di esposizioni multiple tra l’attrezzatura può rivelarsi molto utile avere anche intervallometro se la fotocamera non è dotata della funzione per la sequenza di scatti interna.

In questa tecnica si fa riferimento ad una sequenza di ripresa lunga un intervallo di tempo in minuti e la cosa importante per determinare la lunghezza delle scie è la durata totale della sequenza di ripresa.

Per quanto riguarda gli ISO e l’apertura del diaframma si consiglia sempre di valutare le condizioni del cielo e fare qualche prova per verificare qual è l’impostazione che più si adatta al risultato finale desiderato.

Nel caso della foto di Tumino si è trattato proprio di diverse pose di alcuni secondi ripetute un certo numero di volte e e a brevi intervalli l’una dall’altra.

Le immagini poi sono state ricomposte in post-produzione con il metodo dello stacking. Lo stacking tradotto letteralmente significa accatastare in una pila ed è quello che si fa con i vari fotogrammi: si mettono uno sopra l’altro impilandoli in maniera ordinata a formare una colonna e ottenere un’immagine composita.

La composizione delle singole immagini tramite il cosiddetto stacking permette infine di evidenziare il percorso che le stelle hanno compiuto nel tempo totale dell’esposizione.

Tra i software di stacking automatici che permettono di realizzare lo star trail si consiglia di utilizzare StarStaX un programma facile e veloce da usare e gratuito.

Per ottenere la foto che poi è stata scelta dalla Nasa, Tumino ha realizzato con un grandangolo ben 230 scatti della durata di 15 secondi ciascuno e intervallati da 10 secondi, per un tempo totale di esposizione di 95 minuti.

Il grandangolo gli ha permesso di visualizzare un panorama a 120 gradi comprendendo così un’ampia porzione di cielo e ottenere la traccia delle stelle in movimento.

Durante l’intervista a cura di Giuseppe Fiasconaro per Mediainaf, Tumino ha spiegato che:

L’ideale per ottenere semicerchi celesti perfetti sarebbe farlo di 12 ore. Non sempre però ciò è possibile, soprattutto per le condizioni del cielo e per la disponibilità di tempo. Un discreto risultato può anche essere ottenuto in 30-35 minuti, ma è possibile realizzare star trail anche in meno tempo.

Riporta infatti un esempio in cui ha realizzato un ulteriore immagine con 50 frames di 10 secondi a intervalli di 5, per un totale di esposizione di circa 10 minuti.

Per ottenere un’immagine suggestiva è importante accoppiare sempre una parte di paesaggio puntando verso la stella polare in modo da catturare cerchi concentrici e ipnotici.

Come suggerisce lo stesso Tumino.

In caso di scatti multipli è possibile avere una perfetta esposizione anche dello sfondo con una foto realizzata ore prima delle stelle e montata poi sapientemente con lo stacking in post-produzione.