Uno studio dell’Ohio State University descrive la scoperta e il nuovo metodo che ha permesso di individuare quello che probabilmente è un piccolo buco nero: i dati di massa e del raggio indicano che si tratta di un buco nero con una piccola massa che non emette radiazioni o di una stella di neutroni inaspettatamente massiccia.
Todd A. Thompson, l’autore dello studio, ed i suoi collaboratori hanno iniziato a esaminare i dati di APOGEE, l’Apache Point Observatory Galactic Evolution Experiment, sugli spettri luminosi raccolti da circa 100.000 stelle della Via Lattea e dopo ulteriori calcoli e dati aggiuntivi provenienti dal Tillinghast Reflector Echelle Spectrograph e del satellite Gaia, si sono resi conto di aver trovato un probabile piccolo buco nero.
Quasi tutti i buchi neri vengono individuati attraverso il rilevamento di raggi X emessi dal materiale che si scalda quando ne viene risucchiato. Ma non in questo caso.
Osservando la luce di una stella gigante i cosmologi si sono resi conto che doveva fare parte di un sistema binario in cui però il compagno era qualcosa di diverso da un’altra stella: era un compagno invisibile. Il compagno invisibile, infatti, doveva avere una massa di circa 3,3 volte quella del sole senza emettere luce e nemmeno raggi X.
I risultati portano a pensare che questo possa essere un buco nero che al momento non consuma alcun materiale dell’universo. Allo stesso tempo fanno supporre che situazioni simili siano più frequenti nell’universo e che altri buchi neri possono essere sfuggiti alle osservazioni perché non emettono radiazioni:
potrebbe esserci una nuova classe di buchi neri di piccole dimensioni mai rilevati.
Se non rilevabile dalle emissioni di raggi X allora questo cambia il modo di osservare e rilevare i buchi neri.
Gli spettri della luce, come scoperto da Thompson, possono mostrare se una stella si trova in orbita attorno a un altro oggetto e di conseguenza i cambiamenti negli spettri possono dimostrare che una stella sta orbitando attorno ad un compagno invisibile.
Quello che abbiamo fatto è stato escogitare un nuovo modo per cercare i buchi neri, ma abbiamo anche potenzialmente identificato uno dei primi di una nuova classe di buchi neri a bassa massa di cui gli astronomi non avevano mai saputo nulla.
Ha affermato Thompson.
La conoscenza di buchi neri di queste dimensioni può dare informazioni importanti sugli ultimi istanti di vita di una stella gigante e su quali siano le condizioni che la trasformano in buco nero o in stella di neutroni.
- Scientists may have discovered whole new class of black holes (phys.org)
- A noninteracting low-mass black hole–giant star binary system (science.sciencemag.org)
- Image Credit Gerd Altmann