IT: Capitolo 2 arriva oggi al cinema. Dopo la prima parte uscita nel 2017, il regista Andy Muschietti porta in sala il secondo capitolo “cresciuto” della trasposizione tratta dall’omonimo romanzo di Stephen King. Eppure, tra la nostalgia e il divertimento, sembra mancare l’elemento più importante: il terrore.

I perdenti sono tornati. Sono cresciuti. Sono cambiati. Hanno intrapreso strade differenti, ma anche qualcosa di terrificante dal passato è tornato e li aspetta a… casa!

Dopo l’uscita del primo capitolo nel 2017, Andy Muschietti riporta sul grande schermo la terrificante creatura antropomorfa Pennywise, nata dalla penna del re del terrore Stephen King.

Chi è Pennywise? Pennywise è l’incarnazione della paura.

Lo conosciamo con l’iconica forma da pagliaccio, ma Pennywise è un’entità che può avere molte forme, mutando a seconda della preda che sta cacciando, scivolando nella sua mente, sfruttando le sue paure per poi intrappolarlo in esse.

Con Pennywise nei dintorni la realtà diventa un incubo costante, rendendo difficile distinguere l’illusione dalla realtà.

 

IT: Capitolo 2

 

L’odore del terrore accresce il potere del terrificante pagliaccio, quindi come fare a fermarlo?

Così facendo, Pennywise, proprio come un ragno con la sua tela, intrappola le proprie vittime per poi nutrirsene selvaggiamente. Ed è proprio l’odore del terrore che accresce il potere del terrificante pagliaccio, quindi come fare a fermarlo?

Era ciò che si erano chiesti Ben, Beverly, Bill, Eddie, Richie, Stan e Mickey ventisette anni fa, quando l’orrendo pagliaccio gli si è palesato davanti in IT: Capitolo 1. Il regista Andy Muschietti – pupillo del messicano Guillermo Del Toro – aveva compiuto un’interessante operazione, cavalcando l’ondata di nostalgia, horror e anni ’80, trasponendo la prima parte con il Club dei Perdenti da bambini e ambientandola negli anni ottanta; per la seconda parte, invece, i Perdenti sono cresciuti e vivono nella nostra epoca.

 

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Non solo il racconto è stato mandato avanti di circa trent’anni rispetto al libro, ma Muschietti ha anche separato le cronologie con l’intenzione di creare una prima parte più in mood avventura, amicizia e coraggio in stile Stand By Me, strizzando inevitabilmente l’occhio a prodotti come Stranger Things che alla letteratura di Stephen King devono molto. Per la seconda parte, invece, le cose si sarebbero dovute fare più serie, portando sul grande schermo un vero e proprio horror terrificante.

 

 

IT: Capitolo 2

 

 

Se nella prima parte Muschietti riesce nel suo intento, riuscendo a rendere l’idea di paura infantile incarnata da Pennywise, ovvero il suo rappresentare i terrori più reconditi, quelli appartenenti al mondo del reale e divenuti mostri nel cuore della notte, nella seconda parte il regista perde il focus.

IT: Capitolo 2 non è un brutto film, anzi, è un film sulle amicizie ritrovate, su quanto l’unione possa fare la differenza e sulla necessità di affrontare le proprie paure, prenderle di petto, guardarle negli occhi e avere il coraggio, la forza di vederle per ciò che sono realmente: fantasmi nella nostra testa.

Ognuno dei perdenti deve combattere con il proprio fantasma: l’ipocondria di Eddie, l’obesità e solitudine di Ben, il senso di colpa di Bill, la vergogna di Bev, il poco coraggio di Richie, e via discorrendo.

Paure legate all’infanzia, alle figure di genitori che non hanno saputo creare quella linea di protezione e comunicazione per i loro figli, fagocitandone ancora di più le ansie, le paranoie e i limiti.

 

IT: Capitolo 2

 

Un film strutturato su flashback, andando avanti e dietro – per quasi tre ore – tra presente e passato, tradendo quindi in partenza l’idea di tenere separati i due mondi.

Ma per quanto il racconto riesca comunque a scorrere, appassionare, divertire e perfino commuovere, portando lo spettatore a guardarsi dentro empatizzando con i protagonisti, il fattore paura, terrore e suspence manca del tutto.

In questo secondo capitolo Andy Muschietti, pur regalandoci sequenze ben realizzate ed avvincenti, non riesce a farci provare quel brivido lungo la schiena che aspettavamo.

Il regista e sceneggiatore argentino ripropone il mondo e la lore di Stephen King, ma in una salsa kitsch, posticcia e, in alcuni casi, addirittura forzata.

Nella prima parte del film il racconto si prende molto tempo, a volte addirittura troppo, rischiando di perdere l’attenzione dello spettatore. Nella seconda parte, invece, gli avvenimenti si fanno più veloci, a volte frenetici, non dando il giusto tempo alle cose, fino ad arrivare ad una risoluzione fin troppo sbrigativa.

 

IT: Capitolo 2

 

L’horror e il terrore mancano quasi del tutto.

L’horror e il terrore mancano quasi del tutto. La costruzione della suspense, l’esasperazione del climax sono assenti. Muschietti ci prova, ma non riesce davvero ad arrivare fino in fondo, pur confezionando sequenze stilisticamente interessanti.

Discorso a parte, invece, per quanto riguarda Pennywise in sé per sé, le cui comparse in questo secondo capitolo sono nettamente inferiori rispetto al primo.

Bill Skarsgård conferma la sua bravura e il suo essere un perfetto Pennywise.

Nonostante una costruzione che poco attinge al genere dell’orrore, il più piccolo degli Skarsgård riesce a coinvolgere sul grande schermo, a convincere e a restare, ancora una volta, impresso nella testa di chi lo guarda.

Nulla da eccepire sul cast selezionato per interpretare i Perdenti nella loro versione adulta. Medaglia di merito va a Bill Hader (Richie Tozier), spesso e volentieri focus centrale della scena e del racconto. Interessante sorpresa, invece, per quanto riguarda Jay Ryan, attore non troppo sfruttato per le sue doti attoriali quanto più per la sua presenza scenica; invece Jay riesce perfettamente ad entrare in empatia con Ben Hanscom, costruendosi una vita del tutto inaspettata e di successo come suo riscatto personale.

 

IT: Capitolo 2

 

Non brillano, invece, le interpretazione di James McAvoy e Jessica Chastain, rispettivamente interpreti di Bill Denbrough e Beverly Marsh. Impossibile non riconoscere le grandi doti attoriali dei due, ma forse proprio per questo le loro interpretazioni sottotono nel film vengono messe ancora più in risalto.

Ambientazioni e scenografie ancora una volta mostrano l’accuratezza con cui Muschietti ha voluto rendere omaggio e interpretare uno dei più grandi classici della letteratura horror di Stephen King, il quale, come da tradizione, comparirà in un cameo molto interessante e neanche particolarmente breve, all’interno del film.

 

IT: Capitolo 2

 

Benjamin Wallfisch si conferma ancora il curatore della colonna sonora, che riprende l’ormai iconico main theme del film, senza però renderlo troppo invadente o anticipando troppo eventuali jumpscares (anche perché, come abbiamo già detto, non ce ne sono molti).

Da un certo punto di vista IT: Capitolo 2 è estremamente fedele al suo predecessore, sia come mood che come dinamica, ma nella resa finale risulta inferiore.

L’emozione non manca, il divertimento neanche. Andy Muschietti sembra essersi divertito parecchio con i dialoghi che riescono a coinvolgere lo spettatore, portandolo ad empatizzare ancora di più, ma forse proprio per questo, il distacco con quello che dovrebbe essere un vero e proprio incubo ad occhi aperti si fa ancora più intenso.

 

IT: Capitolo 2

 

La riunione dei Perdenti stringe il cuore, riscalda e fa diventare perfino gli occhi un po’ lucidi.

La riunione dei Perdenti stringe il cuore, riscalda e fa diventare perfino gli occhi un po’ lucidi, ricordandoci come certe cose non cambiano mai e che, a volte, la stretta di mano di un amico, di qualcuno che ha condiviso con noi le stesse paure che ci hanno segnato per sempre, può davvero fare la differenza.

 

 

 

 

IT: Capitolo 2 forse non sarà l’horror che ci aspettavano di vedere, ma nel complesso riesce ad essere una pellicola ben confezionata, che porta con se lo spirito del mondo di Stephen King, delle avventure in salsa anni ottanta e di un cinema che, forse, non siamo ancora stanchi di vedere.

IT: Capitolo 2 vi aspetta in sala dal 5 Settembre con Warner Bros.