Studiando le variazioni del campo elettromagnetico terrestre del paleolitico si è scoperto che l’aumento dei raggi ultravioletti è la causa che ha spazzato via i Neanderthal.
Lo studio pubblicato sulla rivista Reviews of Geophysics, frutto della ricerca di Luigi Vigliotti, dell’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ismar) di Bologna, e Jim Channell, dell’università della Florida a Gainesville, svela il mistero della loro estinzione.
Luigi Vigliotti è un esperto di paleomagnetismo, e studia le variazioni del campo magnetico terrestre del paleolitico. Grazie ai risultati ottenuti si è reso conto che la sparizione dei Neanderthal, avvenuta 40.000 anni fa, ha coinciso con un periodo in cui il campo magnetico terrestre aveva subito un crollo. I due ricercatori hanno analizzato più di 200 articoli scientifici di medicina, biologia e genetica, giungendo alla conclusione che effettivamente i due eventi sono strettamente collegati tra loro.
Il campo magnetico, spiega Vigliotti, funziona come schermo di protezione per i raggi ultravioletti provenienti dal cosmo. Quando ci fu il crollo del campo magnetico si verificò di conseguenza un aumento dei raggi UV.
I raggi ultravioletti risultarono particolarmente dannosi per gli uomini di Neanderthal in quanto possedevano un variante del gene AhR che li rendeva ad essi particolarmente sensibili.
Anche se cugini strettissimi dei Neanderthal, gli uomini Sapiens non hanno subito fortunatamente la stessa sorte grazie ad una variante genetica differente.