È stata scoperta una grave falla di sicurezza nei processori Intel prodotti dal 2011 ad oggi. La vulnerabilità, soprannominata ZombieLoad, lascia alla mercé degli hacker tutti i dati caricati nel core dei processori.

L’azienda ha confermato il problema, ed ha prontamente rilasciato una patch per risolvere la vulnerabilità. Tuttavia, la patch deve essere implementata manualmente dai singoli produttori, e quindi installata dagli utenti. Ma le grane per Intel non finiscono qua: secondo un report di Apple messo in luce da Venturebeat, la patch potrebbe ridurre le prestazioni delle CPU Intel fino al 40%. La così detta toppa peggiore del buco, viene da dire.

Siccome la falla usa la feature di hyper-threading contro l’utente, al momento l’unico modo per proteggersi dagli attacchi è disattivare completamente la funzione. Apple per il momento ha scelto di mitigare in parte il problema, dando agli utenti la possibilità di attivare o disattivare l’hyper-threading.

Google e Microsoft hanno iniziato in queste ore a lavorare ad una patch per i rispettivi sistemi operativi, Chrome OS e Microsoft.

Nel frattempo a ridere in modo beffardo è AMD, che in un comunicato ha detto che i suoi processori non sono soggetti al problema noto come ZombieLoad Attack, sottolineando che la loro azienda si impegna a garantire rigorosi controlli di sicurezza.