Il tanto atteso picchiaduro crossover con tutti i personaggi più iconici dei manga Shonen Jump è finalmente arrivato. Scopri come ci è sembrato Jump Force con la nostra recensione.
Lo scorso 15 febbraio è arrivato sugli scaffali fisici e digitali per PC, PlayStation 4 e Xbox One il tanto atteso Jump Force, picchiaduro pubblicato da Bandai Namco Entertainment e sviluppato dai ragazzi di Spike Chunsoft (già autori della serie Dragon Ball Z: Budokai Tenkaichi, di One Piece Burning Blood e J-Stars Victory VS+), che vi abbiamo anche mostrato in diretta Twitch in una puntata dedicata di #LaPrimaOra (la trovate qui).
Si tratta, come forse avrete intuito, di un titolo che mescola in una storia originale le trame e i personaggi dei più amati franchise della rivista nipponica Shōnen Jump (con un ruolo estremamente centrale ai tre colossi Dragon Ball, One Piece e Naruto) in occasione della celebrazione dei 50 anni della rivista di manga.
Si potrebbe dedurre che si tratti più che altro di una trovata commerciale e di mero fan service (e non vi trovereste troppo distanti dalla verità), ma sebbene queste intenzioni siano palesi, gli sviluppatori hanno provato a fare qualcosa di originale, che si distinguesse. Purtroppo non ci sono riusciti, se volete scoprire il perché non vi resta che proseguire con la lettura della nostra recensione.
Tra tutti gli immaginari di fantasia a loro disposizione, gli sviluppatori hanno ben pensato di ambientare la trama di Jump Force nel nostro mondo, con location che spaziano da New York a Tokyo a Parigi (riprodotte con una minuzia di pacchianità e stereotipi visivi a un livello che non ricordavo dai tempi della prima PlayStation). Insomma, è successo il finimondo: Freezer e gli altri vari cattivoni, aiutati da malvagie pedine che ci torneranno utili nelle prime fasi di tutorial dei comandi di gioco, stanno disseminando il caos sul nostro pianeta, mettendo a ferro e fuoco le città e sterminando civili innocenti.
Tra questi c’è anche il nostro personaggio, intercettato ormai morente da Future Trunks che tramite un cubo Umbras riesce a riportarci in piena salute e a sprigionare la nostra forza latente che ci permetterà di combattere. Segue una breve sequenza di editing del nostro avatar dove fondamentale sarà la scelta di uno stile di combattimento (visto che i tre universi centrali sono quelli sopracitati potremo scegliere tra arti marziali stile Dragon Ball, stile di combattimento piratesco alla One Piece o abilità ninja alla Naruto).
Ben presto scopriremo che il Direttore Glover si è preso la briga di riunire tutti i principali eroi dell’universo Jump in una lobby centrale suddivisa in vari dipartimenti. Questa è proprio la Jump Force, un’unità speciale incaricata di salvare il nostro mondo ponendo fine alle atrocità compiute dai villain che hanno invaso la nostra realtà. Il fan service, lo si può già intuire, è alle stelle: oltre ai tre super franchise ne troveremo tantissimi altri, alcuni più classici come Ken, Saint Seiya, Yu-Gi-Oh! o Death Note, e altri più recenti come Black Clover o My Hero Academia.
Le fratture dimensionali che stanno permettendo ai vari villain dei vari universi Jump di distruggere la Terra sono state architettate dallo stregone Kane, il cui scopo è quello di rimodellare il Multiverso a suo piacimento. Il nostro scopo, ovviamente, è impedirglielo. Il nostro personaggio arriverà presto in un hub centrale con diverse zone, che ci permette di interagire anche con gli altri giocatori in modalità online, accedere ai potenziamenti, a scontri liberi e missioni.
Il gameplay è essenzialmente quello di un fighting game senza troppe pretese in ambito competitivo. Per quanto il gioco voglia illuderci di star giocando un’avventura è subito evidente come le meccaniche ruolistiche risultino ridotte all’osso (è tutto molto abbozzato e generalmente superficiale). Come anticipavamo prima il roster conta una quarantina di lottatori provenienti da svariati mondi Jump, anche non proprio convenzionali tipo Death Note e Yu-Gi-Oh!, ma solo i brand più blasonati includono un buon numero di presenze, quelli più marginali offrono al massimo un paio di personaggi.
Gli scontri si caratterizzano per una struttura a squadre 3 contro 3 in cui sarà possibile intercambiare i guerrieri scelti, una cosa che proprio non mi spiego però è la scelta di impostare una barra della salute condivisa tra i tre personaggi, che annulla totalmente qualsiasi elemento tattico: se da un lato rende gli scontri molto più veloci, elimina la strategia nel combattimento e incentiva il button mashing.
Il combat system è piuttosto semplice: si divide tra colpi leggeri e pesanti da alternare e concatenare, cui si affiancano anche prese (più o meno spettacolari a seconda di quale personaggio stiamo utilizzando) e quattro tecniche speciali.
Queste sono attivabili con la pressione di un dorsale e dei quattro tasti azione (su PlayStation, ad esempio, col tasto croce avremo un attacco, con quadrato un altro ecc.) e scatenano sul campo di battaglia le più famose e coreografiche mosse di ciascun franchise, (come la Kamehameha di Goku o il Rasengan di Naruto, per intenderci). Oltre a tre tecniche più comuni, ogni personaggio dispone poi di una tecnica del risveglio, mossa finale che può essere utilizzata solo quando l’apposito indicatore raggiungerà un certo quantitativo di energia.
Oltre alla storia e agli scontri offline, Jump Force offre anche una modalità online semplice e senza troppe pretese, con partite Classificate e Amichevoli che si svolgono secondo le consuete regole del matchmaking (ricordiamo che il titolo nasce con l’intento celebrativo dei 50 anni di Shōnen Jump, per cui la scarsa varietà online non è un difetto visto che offre, probabilmente, proprio ciò che i fan si aspettavano).
Infine due parole per il comparto tecnico, che tra tutte è probabilmente la cosa riuscita peggio, secondo chi vi scrive. Sarebbe stato relativamente semplice fare qualcosa di estremamente godibile, senza uniformare i tratti distintivi dei vari manga e lasciando la consueta veste in cel shading tipica di queste produzioni nipponiche.
E invece no, si è scelto di spingere l’acceleratore sul realismo usando l‘Unreal Engine 4, con un risultato piuttosto ridicolo per molti personaggi (quelli di Dragon Ball in primis, ma non solo). Si è osato, insomma, sull’unica cosa che andava benissimo com’è sempre stata. Tirando le somme di quanto detto, vale la pena acquistare Jump Force? Se siete dei veri patiti dei manga Shonen Jump e non vi importa un’offerta ludica chissà quanto profonda, sì. Se siete alla ricerca di un bel picchiaduro ce ne sono già di migliori in giro.
- I fan apprezzeranno la spettacolarità dei combattimenti
- Online semplice e ben funzionant
- Storia inconsistente
- Gameplay troppo semplice, zero strategia
- Unreal Engine 4 pessima scelta