Intevista a M. Night Shyamalan e al cast (Samuel L. Jackson, James McAvoy e Sarah Paulson) di Glass, film che chiude la sua trilogia sui supereroi iniziata con Unbreakable e proseguita con Split.

A 19 anni di distanza da Unbreakable e a 3 da Split, sequel camuffato da thriller, M. Night Shyamalan ci è riuscito, ha chiuso il cerchio della sua trilogia sui supereroi grazie a Glass, nelle sale italiane dal 17 gennaio, con cui saluta gli “eroi normali” interpretati da Bruce Willis, Samuel L. Jackson e James McAvoy.

In principio fu Dave Dunn (Willis) e il suo incidente ferroviario: unico sopravvissuto, l’uomo, guardia alla stadio, si scopre dotato di una forza sovrumana e viene avvicinato da Elijah Price, alias Mr. Glass (Jackson), appassionato di arte e di fumetti, mente brillante in un corpo martoriato dall’osteogenesi imperfetta, che rende le sue ossa fragili come il vetro.

Poi è stata la volta di Kevin Wendell Crumb (McAvoy), serial killer in cui convivono 24 personalità diverse, da Patricia, donna impassibile, a Hedwing bimbo di nove anni che ama la musica, tutte assoggettate all’identità più forte e primordiale, La Bestia, dotata di una forza sovrumana.

 

 

In Glass i tre si trovano faccia a faccia, chiusi in un istituto psichiatrico, dove la dottoressa Ellie Staple (Sarah Paulson), specializzata in disturbi mentali che potremmo riassumere con l’espressione “sindrome da supereroe”, cerca di convincerli che le loro gesta sono spiegabili scientificamente e sono dovute a un delirio psicotico più che a superpoteri. Chi ha ragione e chi ha torto? Non esistono supereroi ma solo persone che vogliono credere di esserlo a tutti i costi?

La parola al regista e ai suoi attori, che abbiamo incontrato a Londra al junket europeo di Glass.

 

 

 

 

Glass è nelle sale italiane dal 17 gennaio.

 

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