La diversità di approccio nei confronti dello spoiler viene generalmente limitata a due categorie: quella di chi lo fa e quella di chi lo evita. Ma, a ben guardare, esiste una terza categoria di persone che, lo spoiler, lo cercano per godersi meglio il film, la serie TV, il libro o il fumetto che stanno per iniziare.
Da qualche tempo a questa parte la mia ragazza è in fissa con i gialli di Charlotte Link.
Sapevo della sua necessità di conoscere anzitempo i plot-twist di tutto ciò che vede e legge (abbiamo più volte litigato in merito a ciò che poteva o non poteva dirmi su Il Trono di Spade), ma non mi ero mai reso conto di quanto questo suo bisogno fosse fondamentale fino allo scorso fine settimana.
Sabato sera, infatti, mi ha confessato di aver contattato sui social la Link in persona solo per chiederle, dato che non riusciva a ritagliarsi il tempo per leggere né a reperire informazioni in rete, di rivelarle chi fosse l’assassino del suo libro L’ultima traccia, rassicurando al contempo l’autrice relativamente al fatto che ciò non le avrebbe impedito di portare a termine la lettura del romanzo con la medesima passione.
Questo episodio un po’ grottesco mi ha fatto riflettere in merito all’enorme varietà di approccio che le persone hanno nei confronti dello spoiler e a quale sia il diverso grado di soddisfazione che la gente prova nel fruire in maniera totalmente antitetica una stessa opera letteraria o audiovisiva.
Dello spoiler e delle sue diverse forme si è dibattuto a lungo anche sulla pagine di Lega Nerd e che il termine sia ormai entrato nell’immaginario collettivo nonostante la sua recentissima applicazione alla lingua italiana (è stato vocabolarizzato dallo Zingarelli solo nel 2012 e dal Devoto-Oli appena nel 2014) lo consideriamo ormai un dato appurato.
Ma la diversità di approccio nei confronti dello spoiler viene generalmente limitata a chi lo effettua e a chi lo evita, senza che ci si soffermi a pensare sulla possibilità che esista una categoria di persone che dello spoiler, invece, fa un “uso personale”.
Lo scorso 9 ottobre il ricercatore russo Sergey Savitsky è diventato il primo aspirante omicida della storia dell’Antartide. Il 55enne, infatti, ha accoltellato al petto il collega Oleg Beloguzov, reo di avergli rivelato il finale di diversi gialli che Sergey leggeva durante il tempo libero.
Parafrasando potremmo affermare che uno spoiler nazi ha assassinato un troll, che una persona che voleva godersi la sua lettura ha quasi ucciso, in un raptus violento, uno che credeva di fare il simpatico a suon di plot spoiler, esattamente come accade su centinaia di forum e social che ospitano mentecatti che si divertono a parlare di cose di cui non sono appassionati solo per rovinare la festa agli altri.
Ma lo spoiler può essere effettuato anche in maniera meno diretta e, talvolta, in modo inconsapevole, magari facendo riferimento a elementi della cultura popolare così noti da non fare nemmeno caso al fatto che si stia rischiando di rovinare la fruizione di un’opera a qualcuno.
Si pensi alla prima scena di Scream. Ghostface, all’altro capo del telefono, chiede a Casey Becker (Drew Barrymore) chi sia l’assassino di Venerdì 13, domanda alla quale la ragazza risponde con disperata certezza “Jason”. «È la risposta sbagliata! – si sente dire. – Dovresti sapere che è la signora Voorhes, la madre di Jason, il killer dell’originale.
Jason non compare che nel sequel!» Una citazione con cui Craven ha voluto omaggiare il cinema horror anni ’80 impedendo a un (allora) imberbe come me, che ha visto Scream prima di Venerdì 13, di gustare allo stesso modo la pellicola di Sean Cunningham… o magari di goderla meglio, considerato che, in altre condizioni, mi sarei aspettato di vedere fin dall’inizio una certa maschera da hockey sullo schermo.
Proprio collegandoci a questa particolare situazione arriviamo alla terza categoria di persone, quella a cui appartiene anche la mia ragazza.
Mi riferisco agli spoiler lovers, persone che ritengono ininfluente la conoscenza nel dettaglio della trama per fruire fino in fondo di una determinata opera letteraria o audiovisiva e che, anzi, in alcuni casi, affermano di riuscire a godersela meglio proprio in virtù della conoscenza dell’esito della storia, che permette loro di cogliere ogni sfaccettatura della trama.
La peculiarità dello spoiler lover è quella di non voler conoscere un dato argomento per sbandierarlo ai quattro venti, ma di voler ottenere una conoscenza onnicomprensiva dell’opera alla quale si sta approcciando per cercare di comprendere se il gioco valga la candela.
(un po’ come sapere in anticipo se la ragazza che ci piace, alla fine della festa, accetterà di baciarci, e decidere in base a questa evenienza se impiegare così la nostra serata o meno).
Per questi possessori di spoiler per uso personale la ricerca dell’anticipazione una volta giunti a un determinato plot-twist diventa una vera e propria ragione di vita e sono capaci di perdere intere giornate sui più svariati siti internet al solo e unico scopo di comprendere come si risolva un cliffhanger piuttosto che di conoscere le sorti di un personaggio.
La molla che fa scattare la ricerca dello spoiler può trovarsi in qualunque punto del film, della serie TV, del libro o del fumetto che si sta vedendo/leggendo e, nel caso di media che richiedono più giorni per poter essere portati a termine, potrebbe far trascorrere allo spoiler lover intere notti insonni.
In mancanza di queste informazioni, che ritengono basilari, gli spoiler lovers potrebbero decidere di mollare del tutto l’opera che hanno tra le mani o di finirla nel più breve tempo possibile riuscendo solo raramente, in definitiva, a trovarla appagante come se avessero conosciuto fin dall’inizio l’esito della vicenda narrata.
NdItomi
Ciclicamente pubblichiamo questi articoli di persone che sono realmente convinte che lo spoiler abbia un valore di qualche tipo. Rispetto l’opinione di (quasi) tutti quindi continuo a dare spazio ai così detti “spoiler lover”.
La mia opinione? Guardatevi o leggetevi il libro/film/serie due o tre volte se volete approfondire e avere una “conoscenza onnicomprensiva”, per quanto mi riguarda nella mia esperienza un altro nome più giusto e accurato per gli “spoiler lover” è… pigri stronzi.
Senza offesa ovviamente per gli altri pigri come me.