Il 71° Festival di Cannes entra ufficialmente nell’ultimo giro della corsa, dove la competizione si riscalda e i titoli più attesi della stagione vengono mostrati. Ed è esattamente il caso di BlacKkKlansman, la nuova pellicola di Spike Lee che non solo ci permette di riassaporare i vecchi fasti del regista, ma anche di tuffarci in una black comedy dal finale scioccate e feroce.

Nel lunedì 15 Maggio del Festival di Cannes arriva Spike Lee con il suo BlacKkKlansman a portare un tocco anni ’70 a tutta la croisette di questa 71esima edizione. Un film oggettivamente non da Palma D’Oro, che probabilmente avrebbe avuto una collocazione migliore all’interno del Fuori Concorso e come brillante apertura del Festival, ma che risulta vincitore sotto tanti punti di vista.

Una commedia nera colma di satira e critica nei confronti degli Stati Uniti. Politicamente scorretta e ferocemente veritiera, BlacKkKlansman è una pellicola controversa, divertente, scatenata, colorata e carica di ritmo, che ha come protagonista uno dei primi detective di colore americano, votato ad incastrare una volta per tutti i “simpatizzanti” dell’organizzazione del KKK, che altro non è se non il Ku Klux Klan.

 

BlacKkKlansman

 

L’organizzazione non è un’invenzione di Spike Lee, come ci piacerebbe tanto credere

L’organizzazione non è un’invenzione di Spike Lee, come ci piacerebbe tanto credere, ma si basa sul reale gruppo di estremisti di destra capeggiati dell’esistente ex-deputato della Camera dei Rappresentanti al Congresso dello Stato della Louisiana Dave Duke (interpretato nella pellicola da Topher Grace).

In un periodo in cui l’America è fortemente divisa da un razzismo violento, spietato, dove si osanna il “potere bianco”, si parla di “donne bianche pure” e si odiano “sporchi negri” e “assassini di Gesù”, affermando che l’olocausto è stata solo una farsa hollywoodiana ideata dagli ebrei ai danni della razza pura – periodo che drammaticamente continua a rispecchiarsi nella nostra società attuale – l’afroamericano Ron Stallworth (John David Washington), assieme alla sua squadra, si infiltra nel famigerato KKK con un escamotage molto astuto.

 

BlacKkKlansman

 

Se dalla parte della cornetta del telefono c’è Ron e le sue particolari abilità nell’immedesimarsi perfettamente nella parte del fanatico bianco; dall’altra parte troviamo il collega Flip Zimmerman (Adam Driver), che si presta per interpretare dal vivo il ruolo di Ron.

E con il fisico da americano tipo, il tono di voce basso e il sapersi adattare perfettamente nell’habitat proposto, i due poliziotti creano ben presto il mix perfetto per ottenere dei validi risultati; nonostante, nella stessa centrale di polizia, non manchino ostacoli razziali da dover superare.

 

Quella di Spike Lee è una farsa che attinge continuamente dalla realtà, costituita da battute senza sosta, un humor nerissimo che in parte sembra strizzare l’occhio alla commedia dei Coen e, al tempo stesso, riporta in scena le dinamiche del Buddy Movie.

 

Una risata divertita, dalle sfumature amare, che incolla lo sguardo della spettatore allo schermo. Fin dall’inizio Spike Lee vuole essere molto chiaro con il suo spettatore e con il tipo di film che sta per proporgli, non è un caso se la pellicola si apre con la dicitura

Dis joint is based upon some fo’ real, fo’ real s—.

BlacKkKlansman

 

E un monologo estremamente razzista – quanto satirico – di un Alec Baldwin nei panni di un fantomatico politico – che non facciamo troppa fatica ad associare all’attuale Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, anche per l’imitazione che lo stesso attore fa del presidente all’interno del Saturday Night Live – ci rende chiarissimo come il mezzo dell’ironia e della comicità non siano altro che un escamotage per raccontare, ancora più ferocemente, la realtà dell’America di oggi.

Un’America degli anni ’70 ma che, come detto prima, ristagna in quelle raccapriccianti frasi come “American First”, “Make America Great Again”, e via discorrendo.

 

BlacKkKlansman

 

È la rabbia di Spike Lee quella che prende forma sul grande schermo, ma perennemente filtrata dalla satira.

È la rabbia di Spike Lee quella che prende forma sul grande schermo, ma perennemente filtrata dalla satira, da situazioni paradossali e quasi estreme, senza mai esagerare, senza mai scadere nella banalità.

C’è un forte messaggio militante all’interno del film, e in fondo non si può dare torto della cosa al regista. Il razzismo non è un problema unicamente americano ma una piaga, che ancora in troppi Paesi, è divenuto motivo di profonda violenza, sfociando in atti brutali, disumani.

L’autodistruzione dell’essere umano a causa di persone come Trump o Dave Duke o, senza andare troppo oltre, il “nostro” Matteo Salvini che come degli “Hitler moderni” – e già solo questa affermazione dovrebbe bastare a metterci paura – incitano all’odio nei confronti del prossimo a seconda della pelle, razza, genere e orientamento sessuale.

 

BlacKkKlansman

 

E sul finale Spike Lee decide di darci il colpo di grazia. Dopo averci quasi divertito, dopo aver usato la commedia come mezzo del racconto per il reale, decide che è giusto far rendere conto allo spettatore che tutto ciò passato sullo schermo nell’arco di quelle due ore non è un’invenzione; non sono le fantasie di un regista o il frutto di leggende metropolitane su nazisti ancora liberi di professare la loro stupidissima ideologia.

Tutto ciò mostrato fino a questo punto viene messo in contrasto con le reali e terribile immagini nel dettaglio, mai arrivate per esempio in Italia, della follia del 2017 avvenuta a Charlottesville, quando un auto in corsa ha letteralmente investito la folla in seguito alla reazione sconvolta per la vittoria di Trump, linciando senza pietà una ragazza innocente.

 

BlacKkKlansman
Immagini crude e forti. Immagini che lasciano attoniti e che si chiudono con la bandiera degli Stati Uniti al contrario, in bianco e nero.

 

Non si tratta di colore, non si tratta di razza, si tratta solo di umanità, quella che abbiamo perso, quella che Lee colpisce duramente ricordandoci che non c’è nessun potere bianco e nessun potere nero e nessun “power to people” ma bensì un “all the power to all the people”.

 

 

BlacKkKlansman sarà distribuito nelle nostre sale da Ottobre grazie a Universal Pictures.

 

#Cannes71 si terrà dal 8 al 19 Maggio. Seguite tutti gli aggiornamenti con noi sul nostro hub dedicato: leganerd.com/cannes71