Dopo una dovuta pausa, la saga degli Assassini di Ubisoft è tornata quest’anno con il nuovo Origins. Scoprite come ci è sembrato con la nostra recensione.
Eravamo riusciti a giocarci un po’ già a Los Angeles durante lo scorso E3 in cui vi abbiamo parlato in termini piuttosto positivi di questo punto di ripartenza della saga Ubisoft, ma ora che il titolo è arrivato sul mercato abbiamo potuto giocarlo in modo più approfondito così da potervene parlare in un’apposita recensione. Ci siamo presi un po’ di tempo, visto che la copia ci è stata consegnata a ridosso del day one come avrete visto nel video unboxing di questa splendida Collector’s Edition, anche per giocarlo interamente su Xbox One X che è arrivata sul mercato il 7 novembre (mentre il gioco era disponibile già dal 27 ottobre).
In attesa della recensione completa vi abbiamo anche mostrato la prima ora di gioco sulla nuova potentissima console di casa Microsoft (trovate il video di seguito se non l’aveste seguita in diretta) e prima di avventurarvi nella lettura di seguito vi consigliamo anche uno sguardo all’approfondimento in cui si analizzava la parabola discendente che la saga di Assassin’s Creed aveva intrapreso e le possibili strade da percorrere per redimersi agli occhi dei giocatori.
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Se invece siete già pronti e curiosi di sapere come ci è sembrato il nuovo Assassin’s Creed Origins, non vi resta che proseguire con la lettura della nostra recensione! Vi ricordiamo che il titolo è disponibile anche per PC e PlayStation 4 sempre dal 27 ottobre 2017.
Sulla storia di Assassin’s Creed Origins gravano le aspettative dei tanti fan che, nel tempo, la saga ha saputo attrarre proprio per il suo aspetto narrativo, per gli intrighi e i misteri delle sette di Assassini e Templari che si divincolavano tra gloriosi tempi antichi e il presente in cui a entrare nell’Animus era il caro vecchio Desmond Miles. Dopo la sua dipartita è venuto meno il carisma narrativo della saga, che insieme a problemi sia tecnici che di gameplay ha portato alla disaffezione di moltissimi giocatori e un anno sabbatico nello sviluppo.
Origins si pone dunque come punto di ripartenza dell’intero franchise, e quale modo migliore di partire se non dall’inizio?
La trama ci porta questa volta nell’Egitto Tolemaico (un arco del periodo ellenistico in cui l’Antico Egitto era governato dalla dinastia iniziata con Tolomeo I – dopo la morte di Alessandro Magno nel 323 a.C. – e conclusasi con Cleopatra VII e con la conquista Romana nel 30 a.C., quando venne creata la Provincia d’Egitto) uno dei più affascinanti setting mai usati finora. Il nostro protagonista è Bayek di Siwa, Medjay del Faraone – una sorta di guardia d’élite chiamata a proteggere l’intera popolazione – ma è anche sua moglie Aya.
Colpiti da una tragedia personale, i due affrontano con spirito diverso un obiettivo comune che li porterà ad essere coinvolti in alcune delle vicende di maggiori cambiamenti per tutti i popoli antichi del Mediterraneo e alla nascita di quella che diventerà la confraternita degli Assassini. Bayek non è un protagonista spavaldo e spaccone come Ezio Auditore o Edward Kenway, né una malcapitata vittima degli eventi come Altair o Connor. Sarà freddo quando deve esserlo e talvolta più emotivo, appare come il più umano dei vari personaggi che la serie ci ha proposto finora, mosso da grande senso del dovere e da una forte scala di valori. A controbilanciare il tutto dal lato più impetuoso e passionale ci pensa invece Aya.
Mai come in questo Assassin’s Creed Origins, la trama principale e le missioni secondarie si fondono in un’armonia perfetta che racconta un’epoca storica in modo credibile, sebbene faccia da cornice a vicende evidentemente di fantasia. Grazie anche ad un gameplay mai così variegato – su cui torneremo più avanti – sarete invogliati ad esplorare la vasta mappa di gioco in lungo e in largo senza mai stancarvi, facendovi coinvolgere proprio dal contesto. Svolgere attività secondarie sarà importantissimo anche per arrivare preparati in modo adeguato a un finale che saprà coinvolgere ed emozionare tutti i fan della serie.
Torna poi finalmente una storyline nel presente che ci regala anche una nuovo protagonista: si tratta di Layla, una giovane ragazza decisa a ritagliarsi il suo spazio all’interno di Abstergo, che userà l’Animus per portarci nell’Egitto di Bayek e che si mostra però con un volto ed una personalità precisa che di certo verrà ampliata nei futuri capitoli, ma che finalmente chiude l’era degli anonimi utilizzatori dell’Animus in prima persona di cui non sapevamo nulla.
Anche dal punto di vista del gameplay abbiamo una modifica sostanziale che – è il caso di dirlo – era davvero necessaria per svecchiare una formula un po’ troppo stantia. Ecco allora che Assassin’s Creed Origins introduce dinamiche quasi ruolistiche all’avanzamento nella trama e alla progressione del personaggio di Bayek, con tanto di punti esperienza tramite i quali salire di livello e sbloccare nuove skill in un albero delle abilità diviso in tre diversi rami (Guerriero – Cacciatore – Veggente) che s’intersecano tra di loro potenziando attacchi melee e con l’arco, piuttosto che dinamiche stealth e altre abilità passive.
Troviamo un rinnovato sistema di loot e un ruolo molto importante è giocato dall’equipaggiamento di Bayek, che segue l’ormai nota scala di rarità basata sui colori, con l’oro a simboleggiare i pezzi leggendari, il viola quelli buoni e il blu quelli comuni. Tutto ciò è però ovviamente funzionale alla vera grande novità del titolo: il suo combat system. Questo abbandona l’impronta banalmente action dei vecchi capitoli per abbracciare un sistema più ricercato in cui poter lockare il nemico, difendersi con lo scudo e contrattaccare, usare sia attacchi leggeri che pesanti e finanche sfruttare super abilità che si ottengono caricando al massimo la barra dell’adrenalina (in base ad ogni armi entrerete in una fase di potenza o agilità potenziate, piuttosto che eseguire una brutale mossa in stile fatality). Non c’è un metro di paragone univoco con cui identificare i combattimenti di Origins, di sicuro si sente l’influenza dei vari capitoli di Dark Souls come di The Witcher III e anche dello stesso For Honor, recentemente sviluppato in casa Ubisoft. Unico punto debole un’IA nemica piuttosto scarsa e imprecisa, su cui si sarebbe potuto lavorare con un po’ più di cura.
Assassin’s Creed Origins propone l’open world più vasto e meglio realizzato della saga, ma più in generale anche il migliore tra tutte le più recenti produzioni della software house francese. Complice anche la spettacolarità di ambientazioni che variano dalla Piramide di Giza alle foci del Nilo, all’antica Biblioteca di Alessandria, il team è riuscito a rendere in modo davvero credibile e realistico l’atmosfera dell’Antico Egitto in un periodo – com’è quello dell’era Tolemaica – che vedeva tre diversi popoli con le loro rispettive culture, contendersi la supremazia del mondo conosciuto. Questo si riverbera in modo coerente anche nei diversi stili architettonici ricreati nel titolo, oltre che nei dialoghi e nelle missioni secondarie che arricchiranno, senza mai annoiare, l’esperienza di gioco.
La storia di Origins si compone di quattro atti più un epilogo che da soli sapranno tenervi incollati allo schermo per circa trenta ore di gioco, tranquillamente raddoppiabili se si prova a fare tutto ciò che il gioco propone anche tra gli extra. Tra le tombe, l’arena e l’ippodromo ci sarà l’imbarazzo della scelta tra le attività end-game con cui poter continuare ad esplorare le affascinanti ambientazioni di questo nuovo capitolo di Assassin’s Creed.
Dal punto di vista tecnico, infine, Assassin’s Creed Origins è un vero gioiello che esprime tutto il suo potenziale su Xbox One X, dove lo abbiamo giocato al massimo su tv 4K HDR riscontrando un’esperienza di gioco tranquillamente paragonabile a quella di un PC con configurazione alta grazie all’ottimizzazione per la nuova console della casa di Redmond che garantisce, oltre ad una risoluzione e dettaglio al massimo, anche un framerate stabile.
Artisticamente non si può non rilevare come il lavoro di Ubisoft sia stato eccellente, sia per la componente visiva che per quella sonora, ma su questo aspetto la software house francese ci ha sempre abituati bene. La vera sfida di Bayek era quella di riportare i fan a desiderare di mettere le mani sempre su un nuovo capitolo di Assassin’s Creed, e al netto di pochi sorvolabili difetti, Origins ci riesce completamente. Che siate fan storici della saga o nuovi arrivati che cercano un punto di partenza ottimale per avvicinarcisi, questo titolo fa al caso vostro e non deluderà anche le aspettative più severe.
- Ottima trama e setting
- Gameplay arricchito, soprattutto il combat system
- Graficamente notevole
- Ritmo della narrazione un po' spezzato
- IA non propriamente intelligente