In attesa di poter vedere la nuova esilarante avventura di Gru in Cattivissimo Me 3, abbiamo incontrato Max Giusti, Arisa e Paolo Ruffini. I doppiatori italiani di Gru, Lucy e del nuovo temibile villain Balthazar Bratt ci hanno raccontata del loro rapporto con i personaggi, il lavoro fatto in sala di doppiaggio e molto altro.

Si dovrà attendere fino al 24 agosto per poter vedere il grande schermo la nuova avventura che vede protagonista Gru, il cattivo dal cuore tenere della Illumination. In Cattivissimo Me 3 il protagonista della saga diretta dal duo Pierre Coffin e Chris Renaud oltre a vedersela con un nuovo villain – rimasto ancorato agli anni ’80 – scoprirà una verità che gli era stata tenuta nascosta sulla sua famiglia.

In attesa di poter finalmente vedere Cattivissimo Me 3 e ritrovare Gru, Lucy, le tre piccole e tenere Margo, Edith ed Agnes ed ovviamente gli immancabili Minions, abbiamo incontrato i doppiatori italiani Max Giusti, Arisa e Paolo Ruffini. Ci siamo fatti raccontare del loro rapporto con gli anni ’80, con i loro personaggi e molto altro ancora.

Come è stato tornare a doppiare i personaggi di Cattivissimo Me?

Max Giusti: Doppiare due personaggi è stato faticoso e complicato. Un lavoro nuovo ma esaltante. Più il lavoro è difficile e più sei soddisfatto se viene bene.

Arisa: Lucy è la solita innamorata della vita, di Gru e delle tre bimbe di cui cerca l’accettazione. Si emoziona per ogni loro approvazione. Tenera e tosta come deve essere una donna e una mamma. Dolce e accogliente ma dura quando serve.

 

Paolo hai avuto qualche suggerimento da Max?

Paolo Ruffini: I consigli in realtà sono zero nella misura in cui sei consapevole della responsabilità che hai. Io ho urlato a più non posso. In Cattivissimo Me 3 doppio un pazzo, un enfant prodige che è arrabbiato con Hollywood e quindi più che un cattivo è un infelice.

 

Arisa il brano della colonna finale è cantata da Alvaro Soler, tuo collega di X-Factor. Avresti voluto esserci tu al posto suo?

Arisa: Ma no, non particolarmente. Se me lo avessero chiesto sarei stata molto felice ma va bene così. Probabilmente era più indicato.

 

 

Cattivissimo Me 3 gru dru

 

 

Cattivissimo Me 3 è un grande omaggio agli anni ’80, che rapporto avete con questo decennio? Se scopriste di avere un fratello o una sorella gemella cosa fareste?

Max Giusti: Questa mattina mi sono svegliato con i T.X.T., Girl’s got a brand new toy (inizia a cantare la canzone, ndr). Poi ho continuato con altre canzoni. Sono stati gli anni dei sogni, della positività. La cosa bella della Illumination è che sette anni fa iniziava con Cattivissimo Me che era una scommesa. Oggi è divenuto una realtà. Ha dato vita a cartoni che sono anche per adulti, dove il papà non si addormenta tenendo i pop corn del figlio. Una problematica che conosco bene. Gli anni ’80 sono per me una coperta di Linus.

Paolo Ruffini: Sono rimasto negli anni ’80! Amo tutto di quegli anni. Ho fatto un musical sugli anni ’80 e scritto di quel periodo. Per me erano gli anni di quando i film iniziavano alle 20.30, delle VHS, sono gli anni del cubo di Rubik, di Holly e Benji, di Bim Bum Bam, del walkman. Sono anni colorati. Io interpreto un personaggio che è un bambino prodigio degli anni ’80 e protagonista di una serie televisiva che poi viene licenziato. Più che essere cattivo è infelice. Io ho tatuato Gary Coleman, il protagonista di Il mio amico Arnold, perché per me vedere quel telefilm voleva dire stare con un amico. E il destino di Balthazar Bratt è simile a quello di Coleman. Gli anni ’80 sono una dinamica che sembra lontana ma in realtà vive in chi fa questo lavoro. Pensando alle uscite dei film al cinema sono tutti figli di quegli anni. Sono stati un decennio dove il mito e l’epica del cinema e della pop culture ha resistito ed è intatta.

Per quanto riguarda il gemello ne ho uno e si chiama Raoul Bova!

Arisa: Io sono nata nell’82, ho vissuto consapevolmente gli anni ’90. Di quegli anni mi piaceva molto il registratore con la musicassetta. Mi piacevano molto i colori e la spontaneità. Oltre ad un fatto culturale era interessante il livello di serenità che si viveva in famiglia. Credo fosse un tempo cui si stava bene, si era felici.

Se avessi una sorella gemella sarei molto felice così potrei condividere con lei tutto. Ho sempre desiderato averla.

 

Steve Carrell per la voce di Gru si è ispirato ad un personaggio degli anni ’80, cioè Riccardo Montalbán noto per la serie Fantasilandia, incrociandolo con Bela Lugosi. Creando il particolare accento dell’Europa dell’Est. Voi vi siete ispirati a qualcuno per costruire la voce dei vostri personaggi?

Max Giusti: Per Gru no. Ascoltando per la prima volta la voce di Steve Carrell ci siamo resi conto che era impossibile farla in Italia a cusa di questo accento dell’Est molto forte. Nel 2007 fare una voce del genere in un cattivo sarebbe stata fuori luogo. Siamo passati da un periodo in cui i film avevano un lessico molto aperto ad oggi in cui siamo molto bacchettoni.

Con Gru siamo andati di fantasia. Siamo stati un giorno in sala cercando una voce che potesse essere cattiva ma all’occorrenza dolce. Mentre per Dru ci siamo attenuti alle richieste giunte dall’America di essere più simili possibili all’originale.

Arisa: Gli attori originali di Cattivissimo Me 3 sono così perfetti e bravi che ho capito che per Lucy dovevo attenermi al lavoro fatto da Kristen Wiig. Con l’aiuto del direttore del doppiaggio Marco Guadagno ho cercato di essere il più possibile fedele a lei.

Max come si è evoluto Gru in questi anni?

Max Giusti: Gru mi è carissimo. Io non amo i cartoni ma con Cattivissimo Me la Illumination ha portato un nuovo modo di fare i cartoni, un modo non banale. Io mi annoio facilmente ma con questo franchise hanno conquistato anche gli adulti. Sono dei film veri e propri, l’unica differenza è che sono animati. Gru è cambiato, anche nel modo di parlare, si è evoluto. C’è stato un’attenzione sempre maggiore. Il primo film era una scommessa ed è divenuto qualcosa sempre di più grande.

È aumentata l’attenzione in ogni passaggio. Trovo che Gru sia evoluto con me. I cartoni ti fanno fare una pausa, in qualche modo ti portano indietro nel tempo e ti ricaricano, ti purifica l’anima. È stata una grande opportunità professionale e umana. Mi ha permesso di tornare in un mondo che dimentichiamo troppo spesso.

 

 

Cattivissimo Me 3 Balthazar Bratt paolo ruffini

 

 

Paolo hai dichiarato che doppiare Balthazar Bratt è stato un tour de force per la voce. Ci spieghi come mai.

Paolo Ruffini: Dovrei stare zitto perché Max e Arisa hanno fatto un’interpretazione portentosa. Ho doppiato un pazzo che sostanzialmente urla, quindi sono rimasto afono. È stato un lavoro molto impegnativo. Prendendo parte a dun film come Cattivissimo Me 3 ti senti addosso una grande responsabilità perché non doppi un cartone animato, ma i sogni di tanti bambini. Prima Max ha detto una cosa bellissima. Sono i cartoni che ci riportano alla realtà.

L’aderenza che questi prodotti hanno con la realtà e le tematiche che affrontano è strabiliante. Ti mettono nelle condizioni di farti sentire responsabile di quello che fai. Per me doppiare un personaggio che ha delle sfaccettature psicologiche in più, perché in fin dei conti è una persona infelice, è stato bello. Cattivissimo Me 3 è anche un film sulla felicità, che i personaggi raggiungono in modi diversi.

Quando non la raggiungi o trasformi l’insuccesso in un vantaggio o diventi frustrato. Ci si prende tutti tremendamente sul serio. Una cosa che mi manca degli anni ’80 è la libertà scatenata che c’era. Alcune cose fatte in quegli anni oggi sarebbero impensabili. Non ti cito Sophia Loren che è meglio.

Questo film abbina la nostalgia alla felicità e alla libertà. È un film politico che ti racconta un nuovo tipo di famiglia. Ti racconta qualcosa in più sul raggiungimento dei sogni. È un film che parla di noi.

 

Cattivissimo Me 3 è un film attuale. Perché secondo voi?

Paolo Ruffini: C’è una sorta di catarsi. L’idea di fare un cartone come questo in un periodo in cui si parla di odio sui social è catartico. Cattivissimo Me 3 è un film in cui i bambini vedono che quando si parla di guerra si parla di guerra dance. Ci si fa la guerra a chi balla più da scemo. Il mio personaggio ha la tastiera a tracolla di Sandy Marton e parte Jump dei Van Hallen e stendo Gru.

È un’idea talmente interessante, colorata e urgente di battaglia da comunicare ai bambini che credo sia un film che ha un valore importante. Poi a livello cinematografico è chirurgico, si susseguono una risata e un’emozione. La guerra dance dovrebbero farla anche i nostri politici in periodo di campagna elettorale.

Max Giusti: Pensa ad un duello di break dance anni ’80 con Trump che si tiene il parrucchino e Putin che fa il moon walk!

 

Max dovendo doppiare due personaggi hai doppiato entrambi nella stessa sezione o hai fatto una sezione per Gru e una per Dru?

Max Giusti: Prima ho ritrovato Gru, ed è stato facile. D’estate mi atteggio con gli amici dei miei figli. Gli faccio vedere solo Cattivissimo Me che altrimenti rosico se vedono cartoni doppiati dai miei colleghi. Gli anticipo la battuta e loro si stupiscono. Abbiamo scelto di fare prima Gru e poi Dru, dovendo fare un lavoro completamente nuovo. Dovevo essere diverso ma non troppo, dovevano l’idea di similitudine.

È stato un dramma, alcune mattine non ci volevo andare! È stata durissima, ho fatto quasi venti giorni di doppiaggio. Però è stata una sfida affascinante. Quando è arrivato il copione ho pensato “che figo faccio due voci”. Poi ho visto che era difficile. Il risultato del lavoro però si vede.

 

Max cosa ti è piaciuto di più di questi due personaggi? In quale ti riconosci maggiormente?

Max Giusti: Ho amato questo personaggio. Quando ho doppiato Gru per la prima volta avevo appena conosciuto il successo e i cartoni mi hanno riportato con i piedi per terra. Ora Gru mi ha offerto l’opportunità a livello professionale di fare due personaggi nello stesso cartone. Come già detto una sfida affascinante.

 

Cattivissimo Me 3 minions
Voi date la voce ai personaggi, ma cosa vi hanno dato questi personaggi?

Arisa: Per me Lucy è un grandissimo esempio. È una donna combattuta tra l’amore e la carriera. Come lo siamo tutte. Però lei riesce con maestria a girare tutti gli ostacoli e ad essere amabile, paziente e presente.

Ogni tanto immergermi in lei mi porta in una dimensione di rettitudine che poi mi fa riflettere per una settimana. Poi ritorno io. Vocalmente il doppiaggio mi ha aiutato a scoprire dei colori della mia voce che non conoscevo. È stato difficile la prima volta perché ho perso la voce, poi ho capito come fare ed è andata meglio.

Paolo Ruffini: Come Balthazar Bratt anche io a 13 anni avevo quei baffetti orrendi. Sono un grande problema quando sei innamorato. Guardandoti allo specchio ti rendi conti che non esiste essere umano che ti possa baciare con quella peluria sotto il naso. Mi piacerebbe riuscire a fare le bolle con le big bubble.

Non gli invidio la chierica anche se la pettinatura è interessante. Mi piace come si veste, ha un certo stile. Il personaggio è anomalo, da una parte lo capisco. È rimasto scottato da Hollywood e vuole vendicarsi. Mi ha fatto capire come fondamentalmente che se anche le cose nella vita non vanno come te le aspetti puoi risolverle. Poi sapere che sono la controparte di Trey Parker è bellissimo.

Max Giusti: Gru mi ha fatto essere figo agli occhi del pubblico più importante: i bambini. Per una volta ho indossato i panni del vincente che però è come me, grosso, sovrappeso, con le gambe secche, che sbaglia mentre fa le cose. È un cattivo normale. Io sono un comico e i comici non vincono mai. È stata un’opportunità enorme perché mi ha fatto essere figo in famiglia, che è la cosa che conta.

 

Max in Cattivissimo Me 3 Gru affronta un momento particolare perché insegna ad Agnes che non sempre le cose vanno come ci si aspetti. Quanto ti ha aiutato essere padre in questo caso?

Max Giusti: Mi aiutato molto. Cattivissimo Me è arrivato nella mia vita sette anni fa. Ho visto il film al Barberini in incognito, scendendo dal motorino con la cerata e gli occhiali 3D, ero l’unico 40enne da solo e piangevo in ultima fila. Dopo 2 mesi è nato mio figlio e i miei figli sono cresciuti con la saga.

È un buon esempio per i padri, la famiglia del film non è tradizionale e ci fa capire che la famiglia si può costruire in mille modi. L’importante è avere gli ingredienti giusti per funzionare. Anche una famiglia bizzarra può essere eccezionale.

 

A proposito di famiglia quella di Gru e Lucy è tradizionale ma non troppo. Hanno tre bambine adottate e i Minions che ne combinano di tutti i colori. La felicità si trova nelle persone che ci stanno accanto e non necessariamente ci deve essere un legame di sangue. un messaggio molto forte.

Arisa: Penso che in realtà dovremmo esercitarci di più ad acuire i ricettori del nostro cuore piuttosto che pensare a come vanno di solito le cose. Dobbiamo circondarci delle persone che ci fanno stare bene senza chiederci che legame abbiamo con loro. bisogna volersi bene e stare bene insieme con le persone che ci fanno stare bene e così nascono le famiglie più innamorate.

Max Giusti: Non ci sono regole in una famiglia. Le persone care che incontri nella vita entrano a far parte della famiglia. L’importante è aiutarsi a vicenda.

 

Se aveste dei Minions cosa ci fareste?

Max Giusti: Io lo so! Gli farei tagliare l’erba del giardino.

Arisa: Le pulizie!

Paolo Ruffini: Condurre i Fatti Vostri! Il vero Minion è Giancarlo Magalli.