Al decimo giorno del 70° Festival del Cinema di Cannes arriva la chiusura della 56° Semaine de la Critique con il dolcissimo Brigsby Bear di Dave McCary con Kyle Mooney, Claire Danes, Mark Hamill, Greg Kinnear e Andy Samberg.
Mentre il 70° Festival del Cinema di Cannes sta per giungere alla fine, ieri sera si è conclusa la 56° Semaine de la Critique, sezionale parallela del Festival di Cannes.
Se il compito di aprire la Semaine era spettato all’italiano Sicilian Ghost Story, della chiusura invece se ne occupa l’americano Brigsby Bear di Dave McCary, uno dei registi del Saturday Night Live, scritto e interpretato da Kyle Mooney, uno degli autori del Saturday Night Live.
Commedia agrodolce presentata al Sundance Film Festival del 2017, Brigsby Bear vanta di un cast eccezionale dove, oltre al nome di Mooney, spicca quello di Mark Hamill, Greg Kinnear e Andy Samberg.
La storia verte su James Pope (Mooney), ragazzo rapito da bambino e che ha vissuto tutta la sua infanzia assieme a un tv show di nome Brigsby Bear.
Lo show era stato ideato dai falsi genitori di James, Clare (Claire Danes) e Ted (Mark Hamill), per dare una parvenza di normalità alla vita del ragazzo. Molti anni dopo il suo rapimento, James viene “salvato”, scoprendo con estremo shock non solo di essere stato rapito ma anche che Brigsby Bear non è un vero show per bambini.
Sconvolto e incerto, James cerca di adattarsi alla sua nuova vita, ma l’ossessione di Brigsby Bear non riesce ad abbandonarlo, soprattutto, non può concepire che il mondo non conosca il suo eroe. Per questo motivo, James decide di dare nuovamente vita al suo personaggio preferito, mettendo su un vero e proprio film con l’aiuto di un nuovo gruppo di amici e del detective Vogel (Greg Kinnear).
Divertente, ironico e molto dolce, Brigsby Bear è un viaggio nell’eterno mondo dell’infanzia di James, che cerca di far aprire gli occhi del suo spettatore in contemporanea con quelli degli altri personaggi del film.
Un mondo fatto di combattimenti, mostri leggendari e fantasmi del passato. Un mondo di fantasia attraverso il quale James può fare i conti con la sua realtà e far comprendere quanto per lui Brigsby sia stato un fedele compagno.
In perfetto stile Saturday Night Live, ibrido tra The Truman Show e Room, Brigsby Bear si muove attraverso un linguaggio metaforico, semplice e accessibile ma che vuole spesso rimandare a qualcos’altro, creando così dialoghi frizzanti, divertenti ma anche profondi. Un mondo di un adulto visto con gli occhi di un bambino che cerca di creare una chiave di accesso al suo regno per tutti quanti.
E con quell’ironia che ricorda molto Unbreakable Kimmy Schmidt, dove si ironizza con far grottesco sul rapimento, alle sette e alle comunità, anche Brigsby Bear affronta questa tematica a modo suo, coinvolgendo lo spettatore in un mix tra divertimento ed emozione.
Difficile non voler bene a James. La sua ingenuità è travolgente, rimanendo immediatamente stregati dal suo mondo un po’ paradossale ed eccessivo.
Ma ciò che più si apprezza all’interno della pellicola è vedere come i nuovi amici più giovani del ragazzo, non gli facciano mai pesare le sue stranezze, il suo essere così estraneo alla realtà, appoggiandolo e credendoci interamente.
Le immagini messe in scena da McCary fanno parte di una sorta di neo-realismo magico, trasportando lo spettatore in una pellicola che sembra essere un lunghissimo sogno del protagonista, prima di risvegliarsi.
Il film è costruito su degli ottimi tempi comici, incalzati anche dalla perfetta armonia degli attori, primis fra tutti il protagonista Kyle Mooney. Simpatica e divertente anche la vaga somiglianza tra Mark Hamill, poco presente visivamente nella pellicola ma spesso partecipe nei vari doppiaggi del mondo di Brigsby, e Greg Kinnear che, in qualche modo, vuole rappresentare il mentore della situazione.
Sicuramente c’è un richiamo non indifferente al mondo di Star Wars e anche alla carriera di Hamill, che fa sorridere più che volentieri i fan, ma non solo.
Un interessante film indipendente che può ben sperare in un ottimo successo in sala, arrivando a conquistare più fasce d’età e nicchie. Un piccolo gioiellino nascosto nelle moltissime proposte di Cannes.
Una chiusura perfetta per una settimana che inizia con una rivisitazione delle storie di mafia dove protagonista è sempre il mondo onirico, chiudendo con una rivisitazione molto più ironica delle storie di rapimento e infanzia rubata.
Un titolo da tenere sott’occhio e che speriamo di vedere presto distribuito nelle nostre sale.