Il 23 Febbraio arriverà nella sale italiane T2: Trainspotting, sequel dell’omonimo film di Danny Boyle tratto da Porno, il libro di Irvine Welsh seguito di Trainspotting. Il regista ha incontrato la stampa in occasione della Masterclass del 31 Gennaio per il pubblico presso il Museo delle Arti del XXI secolo MAXXI a Roma.

Sarà presto presentato fuori concorso al 67° Festival di Berlino T2 Trainspotting, seguito dell’omonimo cult movie specchio della generazione anni novanta.

Nuovamente diretto da Danny Boyle, T2 Trainspotting è una riflessione nostalgica sul passato, confronto sullo scorrere del tempo attraverso le figure dei quattro storici protagonisti della pellicola del 1996, Renton (Ewan McGregor), Sick Boy (Jonny Lee Miller), Spud (Ewen Bremner) e Begbie (Robert Carlyle).

Ospite per CityFest, il contenitore di attività culturali della Fondazione Cinema per Roma, nella Masterclass del 31 Gennaio presso il Museo delle Arti del XXI secolo MAXXI, Danny Boyle incontra la stampa romana per poter parlare non solo delle tematiche principali del film, appunto la nostalgia e il passare degli anni, ma anche di come il progetto del sequel di Trainspotting sia nato.

Sebbene Porno, libro da cui T2 Trainspotting è tratto, si ambienta solo nove anni dopo gli avvenimenti di Trainspotting, Danny Boyle chiarisce come mai il suo film si ambienta vent’anni dopo, esattamente lo stesso tempo passato dal primo Trainspotting a questo.

Il motivo per il quale non abbiamo realizzato un sequel nove o dieci anni fa è che non avremmo avuto nulla da dire. Non sarebbe cambiato niente e probabilmente sarebbe solo stato il vano tentativo di replicare il film precedente. In sostanza non avevamo nulla di buono tra le mani. Abbiamo preferito correre il rischio di non realizzare più nulla ma prenderci il tempo necessario. Trovare il momento giusto per questa storia. Infatti, come dice Renton all’interno del film: “Ho 46 anni, sono fottuto!”, questo è esattamente il sentimento condiviso da tutti, perché è così che ci sentiamo. La pellicola inizia, infatti, con un discorso molto generale, riprendendo il “choose life” di Renton, adattato più ai nostri giorni. Però, più va avanti la pellicola e più dal generale si passa al particolare, all’intimo. Diventa un discorso personale che riguardava, in prima linea, non i protagonisti ma gli attori stessi, il cast tecnico, il regista. Ciò che abbiamo voluto fare con T2 Trainspotting è un film che fosse più personale anche per noi.

Il confronto con il tempo, con ciò che siamo diventati, con ciò che abbiamo fatto e non fatto, è uno di quegli elementi che aprono la porta ai flashback, ai veri momenti nostalgia, inseriti nel film, all’interno dei quali i personaggi sono intrappolati.

I flashback, però, non sono unicamente un escamotage narrativo per parlare della psicologia e del mondo dei personaggi, ma sono stati utilizzati dagli stessi attori per poter sbloccare i loro sentimenti nei confronti di quei personaggi e ritornare all’interno dei loro panni come se non avessero mai smesso di indossarli.

 

Inizialmente, all’interno della sceneggiatura, era presente un unico flashback, ovvero quello di Spud quando esce dalla palestra e si trova di fronte il Grande Arco, da dove lui e Renton sono passati scappando dopo un furto. Successivamente ci siamo resi conto che i flashback aiutavano gli attori nell’interpretazione perché determinate scene, modi di fare e di parlare, evocavano in loro quel ricordo. Volevo usare questo tipo di sensazione per poterla trasmettere allo spettatore e far rivivere anche lui quel tipo di suggestione. Tengo a precisare che, comunque, all’interno del film c’è solo un minuto in totale di flashback. Non volevamo esagerare proprio per non appesantire troppo la nostalgia.

 

Danny Boyle

 

Ed è proprio evocando i ricordi e le scene riguardanti il passato che Danny Boyle si lascia andare a un simpatico e al quanto macabro aneddoto.

 

Ovviamente quando si gira un sequel, ci si deve preoccupare se di che tipo di vita abbiano condotto i personaggi che torneranno in scena. Per esempio, volevamo far ritornare la piccola Dawn morta nella memoria di Mark e Simon. Generalmente quando si girano le scene con i bambini, si sceglie per comodità i gemelli, perché generalmente se uno dorme l’altro è sveglio, se uno piange l’altro ride. Quindi dovevamo assicurarci su cosa avessero fatto in questi vent’anni le due gemelle che avevano interpretato Dawn. Alla fine le abbiamo trovate su Facebook. Due ragazze bellissime che hanno avuto una vita ricca e colma di successi. Le abbiamo così invitate alle premiere, e lo si sono presentate in giro con tutti quanti come “la bambina morta”. Beh, più evocativo di questo per Trainspotting

Altro elemento tematico in T2 Trainspotting, a voler riprendere la nostalgia del primo riassumendola all’interno di un’evoluzione culturale, è la musica.

La colonna sonora nel film è centrale tanto quanto lo è stata nel film del 1996. In questo caso, però, alla musica non spetta il solo compito di rappresentare un pezzo della storia di cui i protagonisti fanno parte e di dare voci all’emozioni, ma anche di fungere di innesco per i flashback, i momenti del passato e quelli del presente.

 

Quando abbiamo iniziato la lavorazione di T2 Trainspotting, la Sony ha condotto un sondaggio cinematografico sugli spettatori, chiedendo quali fossero le tre cose che in un potenziale sequel di Trainspotting non dovessero assolutamente mancare. Dal sondaggio è emerso che il cast principale doveva restare lo stesso; assolutamente la presenza di Kelly Macdonald nel film; una colonna sonora tanto bella quanto la prima. Ovviamente nessuno ha chiesto che ci fosse lo stesso regista, ma ok, non mi sono offeso!  Comunque sia, la musica doveva essere fondamentale, esattamente come lo era stata nel primo film. Abbiamo usato alcune delle musiche originali del primo in versione remixata, le quali servivano da innesto per far scattare i ricordi nei personaggi. La maggior parte dei pezzi sonori del primo film sono stati rivisitati, tutto il resto sono pezzi nuovi di questo periodo.  Ci abbiamo lavorato moltissimo.
Danny Boyle

 

T2 Trainspotting dal primo film non riprende solo la vita dei suoi protagonisti e la musica. Oltre al “choose life” c’è un altro concetto sul quale Danny Boyle si focalizza. Una frase embletatica che è possibile ritrovare nella vita di ognuno: “prima c’è un’opportunità, poi c’è il tradimento”.

Il conflitto tra Renton e gli altri tre amici inizia proprio in questo modo: con un’opportunità e un tradimento. 4.000 sterline fanno gola a tutti, ma 16.000 sono anche  meglio. Trainspotting si conclude con il tradimento di Renton. T2 Trainspoting rivive questo concetto e lo fa provare ancora una volta, in chiave differente, ai suoi protagonisti. Le opportunità e i tradimenti fanno parte della vita di tutti i giorni.

 

Questo concetto di opportunità e poi tradimento era molto presente nel primo film, quindi dovevamo metterlo per forza nel secondo. C’è un’idea di visione del tradimento come atto di individualismo contro il gruppo, ovviamente sottolineando la non nobiltà del gesto. Certo, bisogna dire che una situazione del genere può capitare a tutti. Io stesso negli anni ho tradito Ewan McGregor, nonostante avessimo un feeling perfetto come regista e attore, così come io sono stato tradito da un produttore. Il tradimento non ha solo a che fare con la storia del film ma anche con le nostre storie. Il concetto è sia fittizio che reale.

T2 Trainspotting si muove all’interno di un mondo culturalmente cambiato. La musica è solo di uno degli aspetti di questo cambiamento che, nel film, si rivela attraverso le immagini di una nuova Edimburgo. Un’Edimburgo più luminosa, pulita, apparentemente diversa. Trainspotting ha rappresentato lo specchio di un certo tipo di cultura. Una generazione priva di obiettivi. Una generazione priva di scopi, adagiata sugli allori e schiava della noia, ritrovando nella droga una via di fuga. Un momento di fittizio benessere.

In T2 Trainspotting c’è un confronto con questi due tipi differenti di società. Se da un lato abbiamo la droga come trasgressione. La droga moneta di scambio e ossessione di una determinata generazione, dall’altra parte siamo di fronti a un tipo di società talmente abituato a qualsiasi tipo di trasgressione da essere rifugiata in un realtà virtuale.

Eppure in tutto questo Danny Boyle non cerca mai rendere le sue pellicole un vero e proprio attacco alla società. Non si prende mai in considerazione una sfera politica, se non per rappresentare alcune delle scelte che i personaggi sono portati a compiere.

 

Danny Boyle

 

Sia questo questo film che quello precedente non sono film politici. Questi personaggi vivono come in una specie di bolla. Una realtà aumentata, quindi non la nostra vera realtà. Certo, la contemporaneità ha sicuramente un effetto sui personaggi, ma questo non vuol dire rendere un film o un personaggio politico. Possiamo dire che il tipo di delusione sociale attuale si riflette su questi personaggi, basti anche solo pensare al punto focale del film “choose life”. Questo più che un aspetto politico ha a che fare con le lezioni che impariamo col passare del tempo, lo scorrere della vita. Nel film ci troviamo di fronte a personaggi che rimpiangono, che fanno i conti con ciò che non hanno fatto, ciò che non hanno avuto. È un film sul passare degli anni e del confrontarsi con questo, e tutto ciò non ha tempo, non ha un vero contesto sociale o politico. Vale per tutti e varrà per tutti.

Nonostante queste parole sia cariche di una certa nostalgia e amarezza, all’interno della quale è facile perdersi, ritrovarsi e rispecchiarsi, esattamente come avviene con la visione di T2 Trainspotting, Danny Boyle decide comunque di concludere con una piccola nota positiva che ritrova nel marcio della sua nuova pellicola.

 

In T2 Trainspotting c’è speranza, ed è molto ironico che risieda proprio nel personaggi più assurdo di tutti, quello che tutti ci chiediamo come abbia fatto a sopravvivere in quel modo per vent’anni, cioè Spud. Spud dimostra che si può andare avanti. Si può fare qualcosa di buono e non restare legati al passato. A modo suo, attraverso la sua grossolana scrittura, riesce a trovare il suo modo di esprimersi, il suo riscatto nei confronti di tutti. In fondo anche Begbie ha il suo momento di speranza e di ammissione dei suoi sbagli, così come Renton nella sua riconciliazione col padre. C’è speranza per tutti!

T2 Trainspotting sarà nelle sale cinematografiche italiane dal 23 Febbraio.