Il 26 gennaio arriva nei cinema Split, nuovo film di M. Night Shyamalan in cui James McAvoy è Kevin, in un uomo affetto da disturbo di personalità multipla in cui convivono 23 personalità diverse ed in cui è in atto un cambiamento che porterà alla luce qualcosa di oscuro e terribile.
Il disturbo dissociativo dell’identità (DDI o DID), o come viene più comunemente chiamato disturbo di personalità multipla, è un disturbo mentale definito da una serie di criteri diagnostici. Per far si che una persona soffra di tale disturbo devono coesistere almeno due personalità che prendano il controllo del comportamento dell’individuo con perdita di memoria. In questo modo le personalità non ricordano nulla di quanto accaduto quando non erano al “controllo”.
È stato riscontrato che spesso i pazienti affetti da DID siano state vittime di forti e gravi traumi, anche se la relazione tra gli abusi e la DID è tutt’oggi controversa. In ogni caso le identità dissociative, dette alters (cioè altri), possono avere un grande impatto sulla conoscenza, la memoria e la vita di tutti i giorni del paziente.
Il disturbo di personalità multipla è stato ed è tuttora alla base di molte opere letterarie, musicali e cinematografiche. Per quanto riguarda la settima arte molte sono state le pellicole in cui il protagonista soffriva di DID, esempi noti sono Psyco di Alfred Hitchcock, Fight Club di David Fincher, la commedia Io, me & Irene dei fratelli Farrelly e molti altri. Ultimo in ordine cronologico è Split, nuova pellicola scritta e diretta da M. Night Shyamalan.
Kevin (James McAvoy) è un uomo afflitto da disturbo di personalità multipla ed in lui convivo ben 23 personalità differenti. L’uomo è in cura dalla dottoressa Fletcher (Betty Buckley), la quale lo aiuta a mantenere il controllo e l’equilibrio. Ciò che la dottoressa non sa è che in Kevin sta per manifestarsi una 24esima personalità che dominerà tutte le altre.
Seguendo gli istinti di due sue personalità, più forti e più determinate delle altre, Kevin rapisce Casey (Anya Taylor-Joy), Claire (Haley Lu Richardson) e Marcia (Jessica Sula), tre studentesse la cui unica colpa è quella di essere impure poiché non conoscono la sofferenza. Inizia così una guerra per la sopravvivenza, non solo per le tre ragazze, ma anche per Kevin poiché i muri che dividono le sue personalità iniziano a cedere.
Sin dal 1999 con The Sixth Sense – Il sesto senso , film che gli ha dato fama internazionale, M. Night Shyamalan ci ha abituati a film in cui nulla è quel che sembra. Nelle sue pellicole il regista indiano ci ha abituato a colpi di scena che hanno ribaltato tutto ciò di cui eravamo convinti. Split non è da meno, anche se ciò avviene in maniera meno eclatante.
La pellicola in un primo momento presenta tutte le caratteristiche dei drammi adolescenziali. Non mancano quindi la studentessa solitaria e la reginetta di turno che dopo un primo scontro si troveranno a dover unire le forze per uscire da una situazione apparentemente senza via di uscita. Si passa così in poco tempo da quello che sembra un teen drama ad un thriller a tutti gli effetti.
Split è un film dai toni claustrofobici, dove il senso di oppressione, impotenza e terrore è più che tangibile.
Shyamalan porta sullo schermo un film dai toni claustrofobici. Il luogo dove sono rinchiuse le tre ragazze è una prigione da cui è impossibile fuggire, labirintica e dove il senso di oppressione, impotenza e terrore è più che tangibile. Un luogo labirintico dove è facile perdersi e in cui l’unica stanza “sicura” per le ragazze è quella in cui si trovano. Ma la tensione è tangibile in tutto il film, anche nelle scene ambientate nello studio della dottoressa Fletcher (Betty Buckley), un luogo che dovrebbe essere rassicurante ma dove invece regna l’inquietudine.
Grazie ad una sceneggiatura ben scritta e capace di restituire al meglio personaggi tutt’altro che semplici e situazioni piene di tensione e suspense, Split è un film che tiene lo spettatore con gli occhi fissi sullo schermo. Le quasi due ore di visione passeranno quasi senza accorgersene grazie ad una storia che se risulta sicuramente più ritmata nel finale è comunque in grado di tenere alto il nervosismo.
Punto di forza della pellicola sono sicuramente gli attori protagonisti. James McAvoy è senza dubbio la colonna portante di Split. L’attore scozzese è perfetto nella parte di un uomo in cui vivono 23 personalità diverse. Un ruolo tutt’altro che semplice in cui passa con nonchalance da una personalità all’altra, dimostrando tutta la sua ecletticità. Al suo fianco troviamo la veterana Betty Buckley nei panni di una dottoressa che tratta il suo paziente con umanità e un trio di giovani attrici, guidate da Anya Taylor-Joy, che riescono a restituire al meglio ragazze tanto spaventate quanto determinate a non rassegnarsi al loro destino.
James McAvoy è senza dubbio la colonna portante del film.
Convincente anche la regia di Shyamalan che riesce a portarci nel vivo di una vicenda incalzante e piena di pathos mostrandoci con inquadrature ravvicinate gli stati d’animo dei protagonisti e dettagli che ne rivelano l’indole. Una regia che farà sentire lo spettatore un prigioniero di Kevin o il suo dottore o Kevin stesso.
Ruolo molto importante gioca la fotografia curata da Mike Gioulakis, la quale serve a mettere in risalto lo stato d’animo dei protagonisti. Se nelle scene ambientate nel nascondiglio di Kevin si hanno toni cupi e con luce soffusa che ne accentua il senso di angoscia e terrore, le scene nello studio della dottoressa sono caratterizzate da colori vivaci, in cui però spicca la figura vestita di grigio di Kevin.
A ciò va unito il lavoro della costumista che riesce a mettere in risalto tramite i vestiti le caratteristiche delle varie personalità di Kevin e dei personaggi presenti sulla scena.
Nonostante perda un po’ di sostanza nel finale, Split risulta in ogni caso un film ben girato e scritto capace di intrattenere lo spettatore.
Nonostante perda un po’ di sostanza nel finale, lasciando leggermente l’amaro in bocca per scelte un po’ semplicistiche e che non mostrano come ci si aspettava quel che promette, Split risulta in ogni caso un film ben girato e scritto capace di intrattenere lo spettatore per tutti i 116 minuti di durata tenendo la tensione sempre alta.
Come è ormai consuetudine non alzatevi prima delle fine dei titoli di coda, troverete ad aspettarvi una scena extra.
Split sarà al cinema dal 26 gennaio 2017.