Sin dall’antichità i Saint proteggono la dea Atena e l’umanità. Indossando speciali armature sacre questi guerrieri sono l’ultimo baluardo di difesa contro gli attacchi delle divinità che vogliono conquistare la Terra. Seiya, Shiryu, Hyoga, Shun e Ikki sono i protagonisti di Saint Seiya, manga di Masami Kurumada che narra le guerre di Saori Kido, reincarnazione della dea della giustizia, contro le forze del male.
Ogni civiltà nella propria cultura annovera storie e leggende di dèi ed eroi. Tra queste le più famose sono senza ombra di dubbio quelle che compongono la mitologia greca, ovvero la raccolta e lo studio dei miti appartenenti alla cultura religiosa dell’antica Grecia.
Raccolti in cicli, i miti greci racconto le gesta e le avventure degli eroi e degli dèi dell’Olimpo, montagna sacra della Grecia. La mitologia ellenica si compone di una vasta raccolta di racconti che narrano non solo la storia dell’origine del mondo ma riportano anche storie riguardanti Zeus e gli dèi, eroi ed eroine e creature mitologiche.
Raccontati inizialmente in forma orale, tali storie sono giunte sino ai giorni nostri tramite i testi scritti della tradizione letteraria greca e nei secoli hanno avuto grande influenza sulla cultura europea, tanto che la loro eredità è ben visibile nella nostra cultura, nell’arte e nella letteratura. Non è un caso che i nomi delle stelle e delle costellazioni derivino da tali miti.
Da sempre i miti e le leggende della cultura greca sono stati fonte di ispirazione per l’arte moderna, basti pensare ai recenti romanzi di Percy Jackson, che vedono protagonista un ragazzo che scopre di essere un semidio, alle serie tv come Hercules ispirata alle gesta del forzuto figlio di Zeus e agli innumerevoli film che si basano sulle gesta dei vari eroi come Perseo, Teseo e molti altri. Anche il mondo dei manga è stato influenzato dai miti greci e l’esempio più noto è Saint Seiya di Masami Kurumada.
Saint Seiya è l’esempio di come i miti greci abbiano influenzato anche culture extra europee.
La storia di Saint Seiya – noto in Italia con il titolo I Cavalieri dello zodiaco – vede protagonisti Seiya, Shiryu, Hyoga, Shun e Ikki, giovani ragazzi giapponesi intenti ad allenarsi per divenire Saint, ovvero guerrieri devoti alla dea Atena che sin dall’antichità lottano per proteggere la dea e l’umanità.
Indossando speciali armature sacre dette Cloth che raffigurano la costellazione cui appartengono, i giovani guerrieri sono l’ultimo baluardo di difesa contro gli attacchi delle divinità che vogliono conquistare la Terra.
La storia del manga si divide in tre saghe: The Sanctuary, The Poseidon e The Hades.
Nella prima i cinque protagonisti aiutano Saori Kido, la giovane reincarnazione di Atena, a riconquistare il Santuario, poiché tredici anni prima il legittimo Grande Sacerdote della dea fu ucciso da un Saint traditore, il quale cercò anche di uccidere la neonata in cui la dèa si era reincarnata. Nemici dei cinque cavalieri saranno i Black Saint, guidati da Ikki (inizialmente nemico di Seiya e gli altri protagonisti), i Silver Saint ed i Gold Saint ignari della vera identità del Grande Sacerdote.
Nella seconda la dea e i suoi cavalieri devono affrontare il dio dei mari Poseidone e i suoi sette generali, i Marine, il cui scopo è sommergere la Terra con un nuovo Diluvio Universale al fine di purificarla da un’umanità corrotta.
Nella terza e conclusiva saga, Atena e i suoi cavalieri dovranno affrontare il dio degli Inferi Ade e i suoi 108 specter. Scopo del dio è quello di sterminare l’umanità tramite un’eclissi solare che farebbe piombare la Terra in un’oscurità eterna e quindi in un’era glaciale che porrebbe fine all’esistenza dell’uomo.
A queste tre saghe va aggiunto un capitolo speciale che vede protagonista Hyoga di Cygnus dal titolo Natassia del paese di ghiaccio. In questa storia autoconclusiva il cavaliere di bronzo si trova nella città di Blue Grado e combatte contro i Blue Warrior per poter salvare se stesso e Natassia, figlia del re detronizzato di Blue Grado.
Scritto e disegnato da Masami Kurumada lo shōnen manga è stato serializzato sulle pagine di settimanale Shōnen Jump dal 1985 al 1990, e dal 1986 i capitoli sono stati raccolti in tankobon per un totale di 28 numeri.
In Italia il manga arriverà nel 1992 grazie a Granata Press che pubblicherà l’opera in 42 volumi che oltre ad avere lettura occidentale presentava un adattamento impreciso.
Nel 2000 la Star Comics pubblica la seconda edizione di Saint Seiya che mantiene la lettura giapponese, il numero dei tankobon originali e con i nomi originali. Nel 2008 arriva la perfect edition, sempre ad opera della Star Comics.
Il successo del manga fu immediato e diede a Kurumada grande popolarità, facendo divenire Saint Seiya uno dei fumetti più noti degli ultimi 30 anni e il mangaka uno dei più amati. Il buon risultato del prodotto lo si deve prima di tutto alla storia che ambientata alla fine del XX secolo unisce l’era moderna con i miti greci.
Nella vicenda infatti le divinità dell’antichità sono reali e spesso in lotta tra loro – come raccontato più volte nelle storie antiche – dando vita così alle Guerre Sacre combattute dai cavalieri loro devoti. Guerre che i cavalieri combattono dando fondo alla loro energia spirituale (chiamata Cosmo) ed indossando armature forgiate ai tempi del mito che rappresentano la costellazione che li proteggono o esseri mitologici.
Kurumada riesce così a dare vita ad una storia che unisce l’era moderna con quella dei miti greci o delle leggende di varie culture cui si ispira – come quella cinese e quella giapponese – in cui si muovono i giovani protagonisti che matureranno ad ogni scontro, imparando non solo a conoscere ed usare la forza che è dentro di loro ma a non arrendersi mai davanti le difficoltà. Assistiamo così ad una vicenda in cui i cinque protagonisti crescono lentamente imparando a prendersi le proprie responsabilità, ad espiare le proprie colpe e a riuscire a “buttare il cuore oltre l’ostacolo” nei momenti critici e riuscire così a superarli.
Il successo è dovuto alla storia che unisce l’era moderna con i miti greci, ma non mancano difetti a partire dai disegni non entusiasmanti
La serie non è esente da difetti, in primis incongruenze di trama (esempio lampante sono le tecniche che in teoria funzionano una volta sola ma che spesso vengono replicate e portano i protagonisti alla vittoria), e il disegno di Kurumada che se oggi risulta indubbiamente datato (il suo è uno stile figli degli anni ‘80) dall’altro il mangaka ha un tratto non propriamente entusiasmante. Il disegnatore non si spreca quasi per nulla in dettagli e non mancano prospettive sballate.
Fortunatamente con il procedere del manga si ha un leggero miglioramento. Discorso a parte per le armature che sin da subito sono molto dettagliate e con le varie evoluzioni – in particolare quelle dei cinque protagonisti – diventano sempre più belle e particolareggiate.
Vista la grande popolarità del manga in breve tempo Saint Seiya approderà anche in tv. La serie animata è stata prodotta dalla Toei Animazion dal 1986 al 1990 e conta un totale di 114 episodi che ripropongono le prime due saghe del manga, ovvero Sanctuary e Poseidon, intervallate da Asgard, saga creata appositamente per la tv. La saga di Hades è stata trasposta solo tra il 2002 ed il 2008 come serie OAV di 31 episodi divisi in tre capitoli: Sanctuary, Meikai (Inferno) e Elysion.
La serie animata, come il manga, ebbe un grande successo grazie anche all’ottimo character design ad opera di Shingo Araki e Michi Himeno (già noti per il loro lavoro su Lady Oscar) e al merchandising legato al lancio della serie animata.
Inoltre molte sono le differenze tra il manga e la sua trasposizione animata a partire dall’aggiunta di personaggi secondari – su tutti i tre cavalieri d’acciaio – o l’intera saga di Asgard, derivata dalla storia autoconclusiva Natassia del paese di ghiaccio.
La serie animata è uno principali motivi del successo de I Cavalieri dello zodiaco, che è considerato uno dei maggiori successi degli anni ’80, nonché l’unico all’epoca in grado di competere con Dragon Ball in quanto a odience e merchandising. Inoltre la serie ha influenzato molti anime e manga successivi sia per quanta riguarda il concept che personaggi e tecniche, basti pensare ad anime come Cinque Samurai che riprende il format di ragazzi che combattono indossando armature mistiche o a Bleach che per ammissione dello stesso autore Tite Kubo ha preso spunto dal manga di Kurumada per l’ideazione di armi e tecniche.
Per non parlare delle molte citazioni di cui Seiya e compagni sono stati protagonisti, anime come Full Metal Panic? Fumoffu, Proteggi la mia terra o film come Scontro tra titani dove il regista Louis Leterrier si è ispirato alle armature de I Cavalieri dello zodiaco per quelle indossate dalle divinità, tanto da affidare a Kurumada la realizzazione di alcuni poster promozionali del film per il Giappone.
Interessante è l’opera di adattamento svolta intorno all’anime, in particolare in Italia. Il titolo dell’opera deriva dall’adattamento usato in Francia, primo Paese europeo in cui l’anime è stato trasmesso con il titolo di Les Chevaliers du Zodiaque.
Per quanto riguarda l’adattamento in lingua italiana vi sono notevoli differenze tra le varie opere dovute in particolare all’abitudine di rimuovere ogni riferimento alla cultura giapponese, basti pensare ai nomi dei personaggi, alle armature o agli ordini dei guerrieri.
L’opera di adattamento italiano si discosta da quella originale per una grande libertà di adattamento e l’uso di un linguaggio aulico
Esempio lampante è la traduzione del termine Saint – Seitoshi in giapponese che vuol dire Sacro Guerriero – che è stato tradotto con Cavaliere poiché il termine nella cultura europea è legato a uomini che combattono in armatura per difendere un ideale. Non stupisce quindi che i dialoghi della serie animata e dei film riporti un linguaggio aulico che citi spesso i poeti scrittori italiani come Ugo Foscolo (“spirto guerrier, [che] entro mi rugge“) o frasi come “cedi il passo cavaliere”.
Come ha rivelato l’adattatore della serie Stefano Cerioni molte libertà sono nate dall’amore per la poesia del direttore del doppiaggio Enrico Carabelli e dal fatto che i dialoghi su cui lavoravano erano molto lacunosi, mentre il fatto che i nomi di molti personaggi coincidano con quelli della costellazione che li protegge fu dovuto all’influenza di Giochi Preziosi, distributore italiano dei giocattoli della serie.
Negli anni la notorietà di Saint Seiya non è mai scemata, tanto che nel 2002 Masami Kurumada ha deciso di riprendere la serie che gli dato notorietà per dargli nuova linfa con la creazione di nuove storie. I Cavalieri dello zodiaco – Episode G e I Cavalieri dello zodiaco – The Lost Canvas – Il mito di Ade sono due prequel affidati rispettivamente a Megumu Okada e Shiori Teshirogi e supervisionati da Kurumada. Il primo vede protagonisti Aiolia del Leone e i Cavalieri d’Oro che sono impegnati nella lotta contro Crono e i Titani, mentre The Lost Canvas è ambientato nel XVIII secolo e narra la precedente Guerra Sacra tra Atena ed Ade.
Oltre ai due prequel vi è anche un sequel, tutt’ora in corso, curato dallo stesso autore. Saint Seiya – Next Dimension – Myth of Hades intreccia la storia di Seiya, Shun, Shiryu, Hyoga, Ikki e Saori con quella dei cavalieri della precedente battaglia contro Ade con l’espediente dei viaggi del tempo. La serie iniziata nel 2006 e pubblicata con decadenza irregolare è ancora in corso ed è pubblicata interamente a colori ed ha una doppia copertina, normal e black edition.
A questi va aggiunto una quarta serie di manga che vede protagoniste le Saintia, le ancelle guerriere di Atena. Disegnato da Chimaki Kuori I Cavalieri dello zodiaco: Saintia Sho – Le Sacre Guerriere di Atena vede protagonista Sho di Equellus e le sue compagne combattere contro la dea della discordia Eris e i sui Driadi.
Come di consueto di tali opere cartacee esistono le versioni animate, a cui si affiancano due serie anime. Saint Seiya Ω nasce appositamente per la tv ed è divisa in due stagioni per un totale di 97 episodi. La serie vede protagonista Kouga, nuovo Saint di Pegasus, e della battaglia insieme agli altri cavalieri di bronzo contro il dio Marte nella prima stagione e della dea Pallas, in realtà controllati dal dio del tempo Saturno, nella seconda.
Saint Seiya: Soul of Gold è la prima serie ONA (Original net anime, cioè anime distribuiti direttamente in streaming o su Web TV) e vede Aiolia e i Cavalieri d’Oro combattere contro il dio Asgardiano Loki. La serie si svolge durante la battaglia di Pegasus e compagni contro Ade.
Ovviamente non potevano mancare i lungometraggi animati, i quali vedono protagonisti i cinque cavalieri di bronzo della serie classica. I primi quattro (La dea della discordia, L’ardente scontro degli dei, La leggenda dei guerrieri scarlatti e L’ultima battaglia) sono stati prodotti tra il 1987 e il 1989 e vede Seiya e co. combattere contro la dea Eris, il Sommo Sacerdote di Odino Dolvar, il dio Apollo e Lucifero.
Nel 2004 per rilanciare il franchise viene prodotto I Cavalieri dello Zodiaco: Le porte del paradiso il quale avrebbe dovuto essere il primo capitolo di una trilogia che avrebbe dovuto narrare la battaglia contro Zeus e gli dei dell’Olimpo. Visto lo scarso successo del film al botteghino non solo la trilogia non avrà mai vita ma Kurumada lo disconoscerà, alludendo che molte idee da lui proposte per la pellicola non siano state prese in considerazione.
Per celebrare i 40 anni di carriera di Kurumada, nel 2014 arriva nei cinema di tutto il mondo I Cavalieri dello Zodiaco: La leggenda del Grande Tempio, sesto film basato sul manga di Saint Seiya. La pellicola è completamente in CGI e ri-narra lo scontro delle 12 case tra i cavalieri di bronzo e quelli d’oro, con differenze nella trama e nel character design. Il film ebbe uno scarso successo di pubblico e recensioni tutt’altro che positive.
Sei sono i lungometraggi animati ispirati a Saint Seiya, di cui l’ultimo per celebrare i 40 anni di carriera del mangaka è completamente in CGI.
Da 31 anni Saint Seiya è uno di quei prodotti che ha segnato la cultura pop e l’infanzia di molti appassionati che sono cresciuti con l’opera classica di Kurumada o che lo hanno conosciuto grazie alle nuove storie prodotte negli anni. Il mangaka non si è mai praticamente dedicato ad altro (ad eccezione della parentesi relativa al manga B’t X) e probabilmente questo è il motivo per cui molte delle storie successive alla serie classica non hanno mai troppo entusiasmato i fan, almeno quelli storici.
Le nuove serie per quanto interessanti non hanno mai raggiunto il successo del manga originale anche a causa di quel senso di già visto. In ogni caso Saint Seiya è uno di quei prodotti da conoscere assolutamente.