Come si spiegano le sparizioni misteriose di navi ed aerei nel Triangolo delle Bermuda? Alcuni scienziati norvegesi sembra abbiano trovato un meccanismo scientifico che giustifica un mistero che dura da oltre 50 anni, ma forse qualcosa è sfuggito.
Se cercate Bermuda Triangle Norway su Google trovate una marea di recenti articoli che riportano la rivoluzionaria spiegazioni di generici ricercatori norvegesi. Gente seria insomma, che passa il tempo ad interrogarsi su come possano essere sparite centinaia di navi in un piccolo fazzoletto di mare.
Il Triangolo delle Bermuda sarebbe una zona di Oceano atlantico di forma triangolare compresa tra la Florida, Puerto Rico e le Bermuda. Non avendo confini geografici precisi, i lati del triangolo sono spesso variabili a seconda dell’autore che, negli anni, ha descritto i disastri avvenuti. Tra anomalie magnetiche, stragi a mare calmo e sparizioni misteriose finalmente degli scienziati norvegesi azzardano una spiegazione: bolle di metano provenienti dal fondo marino.
I giornali che hanno ripreso la notizia, non solo non portano dettagli sui nomi degli autori, ma riportano entusiasti la notizia come se fosse un traguardo epocale. Purtroppo l’ipotesi del metano dal fondo non è affatto nuova, già da diversi anni alcuni ricercatori avevano ipotizzato la possibilità che giganteschi giacimenti di gas naturale facessero precipitare le navi sul fondo marino.
La spiegazione non solo non è nuova, ma è decisamente inutile visto che prima di cercare un meccanismo si dovrebbe capire se esiste un fenomeno.
Il mistero del Triangolo delle Bermuda risale alla fantasia di alcuni scrittori tra cui Charles Berlitz, noto anche per aver lanciato la storia dell’incidente di Roswell. Nonostante le versioni tra gli autori non coincidano minimamente, se si va ad analizzare ognuno dei casi di sparizione si scopre che, la maggior parte, sono in realtà avvenuti ben lontani dai confini del famigerato triangolo. La zona di mare al largo della Florida è tra i più trafficati al mondo e non è certamente tra i più sicuri visto che è a rischio uragani, tuttavia il numero di incidenti noti alla guardia costiera non è assolutamente superiore a qualunque altro tratto di mare.
Persino i Lloyds di Londra non assicurano per un premio più elevato i mezzi che percorrono quotidianamente le tratte inserite nel famigerato triangolo, segno che il rischio non è differente da qualsiasi altra zona del mondo.
Si tratta di quindi di un caso di cattivo giornalismo o di cattiva scienza. Non sarebbe la prima volta che qualche scienziato non troppo informato e in cerca di pubblicità colleghi la propria ricerca alla leggenda del Triangolo, tuttavia si tratta di una netta forzatura. Chiunque pensi di cercare una spiegazione prima di verificare l’esistenza di un evento sta confondendo causa con effetto e sicuramente non ha un corretto approccio alla ricerca scientifica. D’altro canto se uno scienziato può non essere documentato sulle bufale in voga in rete, come fanno così tanti giornalisti a pubblicare senza verificare le fonti?
Forse è questo il vero e unico #mistero
- Via Ibtimes