Dal 3 al 5 giugno la terza edizione di Kerning Conference ci ha portato nei retroscena del successo tipografico con 4 workshop e 8 speaker che ci hanno svelato quali aspetti, quali elementi, rendono “migliori” i propri lavori.
In un mondo sempre più incerto, un’unica grande certezza: la conferenza sulla tipografia è questa. Un’edizione che conferma la volontà degli organizzatori di focalizzarsi sulla praticità e manualità di un mestiere che in realtà è un’arte, con un solo workshop e un solo speech strettamente “web oriented”.
Un’evento organizzato bene, in una location sempre tranquilla e confortevole (il Cinema Teatro Sarti, a Faenza), un’atmosfera rilassata e amichevole, così non mancano i momenti di discussione tra uno speech e l’altro e magari ti capita di scambiare due parole con Vincent Connare – l’inventore del Comic Sans, per capirci – anche lui tra gli uditori.
I Workshop
I primi due giorni sono stati interamente dedicati ai workshop, l’unico della durata di un giorno è stato quello di Vitaly Friedman, editor-in-chief di Smashing Magazine (se sei un web designer non puoi non conoscerlo), si parla di web e si va sul pratico: “Responsive Design: Clever Tips, Tricks And Techniques” è un viaggio nel responsive design, l’andata più progettuale (workflow, design patterns, ecc.), il ritorno più tecnico (front-end, performance, ecc.).
Un altro workshop è stato quello tenuto da Barbara Calzolari: “Spencerian: The Golden Age of Penmanship” è una full-immersion nella calligrafia alla scoperta delle tecniche per migliorare le proprie abilità di scrittura a mano – che a battere sulla tastiera siamo capaci tutti.
Anche in “The Artist’s Book”, ci si è sporcati le mani: Enrico Versari e Alberto Zannoni hanno affiancato tutti i partecipanti nella creazione del proprio libro d’artista, poi stampato con la sapiente guida di Damiano Bandini (La Vecchia Stamperia).
Francesco Franchi (art director di IL / Sole24ore, già speaker nell’edizione 2014) e Nicholas Felton (come definirlo, è un designer/artista/sociologo/analista?) con “The New Aesthetic of Data Narrative” hanno portato i partecipanti nell’universo dell’informazione rappresentata graficamente, mostrando gli strumenti e le tecniche per la realizzazione di un’infografica efficace e comunicativa.
La Conferenza
Il 5 giugno è stato il giorno della conferenza, presentata e moderata da Simone Wolf, con gli 8 relatori internazionali e un pubblico altrettanto internazionale, con i coffee break e il pranzo vario e abbondante.
Laura Worthington
La prima a salire sul palco è Laura Worthington, attivissima typeface designer americana. Laura ci spiega cosa rende autentico e naturale un font calligrafico, ovvero qual è uno dei segreti dei suoi font di successo: l’imperfezione. Ci mostra il dietro le quinte del suo lavoro sulle legature e contextual alternatives, come queste permettano poi agli utilizzatori di avere più opzioni per raggiungere l’effetto di scrittura naturale e autentica che tanto desiderano.
Tobias Frere-Jones
Il talk successivo è quello di Tobias Frere-Jones, typeface designer di fama (Gotham, il font della campagna elettorale di Obama del 2008, l’ha fatto lui). “In Letters We Trust”, questo il titolo dell’intervento di Tobias, una ricerca sull’uso delle lettere dalle prime banconote americane alle più attuali e sui documenti governativi (ma anche sui biglietti della lotteria) che mettono in luce l’uso della ricerca tipografia anche come strumento di sicurezza senza tempo.
Marco Goran Romano
Marco Goran Romano è l’unico italiano a salire sul palco, talentuoso illustratore dedito alla ricerca artistica. Marco (emozionato alla sua prima esperienza davanti a un pubblico così ampio, ma diciamolo subito, se l’è cavata benissimo!) ci spiega il suo flusso di lavoro, come un brief ricevuto via email diventa poi una storia raccontata con illustrazioni e caratteri, interessante e seducente.
Vitaly Friedman
Prima della pausa pranzo Vitaly Friedman (Smashing Magazine), per l’occasione simpaticamente ribattezzato V-Italy, partendo dal sito di Kerning Conference 2015, ci propone la soluzione ideale all’ottimizzazione delle performance del caricamento dei web font, per migliorare l’esperienza dell’utente ma anche per risparmiare Kb preziosi! Qui si possono già consultare le slide dell’intervento.
Indra Kupferschmid
I lavori riprendono dopo la pausa pranzo con Indra Kupferschmid, “Fonts, fonts, fonts”, e in effetti Indra ci innonda di font per aiutarci a capire come scegliere il più adatto, qui ha pubblicato una lista di link alle risorse menzionate durante il talk, tanta roba.
Oliver Reichenstein
La palla passa poi a Oliver Reichenstein. Per chi è dell’ambiente è impossibile non conoscere Information Architects, iA, di cui è fondatore (dice niente la Web Trend Map o iA Writer?). Oliver è senza voce ma ha tanto da dire sull’architettura multi strato dell’informazione e del ruolo che la tipografia occupa in questo genere di approccio.
Nicholas Felton
È poi il turno di Nicholas Felton, ammetto che per un attimo ho creduto fosse un pazzo, quest’uomo ha registrato per un anno tutte le sue conversazioni (sms, email, social, chat… tutto) e ne ha fatto un libro. Nicholas ci presenta l’edizione 2013 del Feltron Annual Report, un lavoro di analisi e data visualization notevole condito da una tipografia impeccabile.
“The living creature that a letter is”
Bruno Maag
Per chiudere in bellezza sale sul palco Bruno Maag (quello di Dalton Maag, se ce ne fosse bisogno, che recentemente ha disegnato il nuovo carattere del Kindle) con tanto di grembiule da tipografo e coltello da cucina piuttosto grande (gli sarà utile durante il talk per, diciamo così, trasmettere meglio certi concetti).
Maag ci porta dietro la progettazione dei font dopo che il digitale e la moltitudine di device sui quali utilizzare questi font hanno complicato un po’ le cose. Invita a esplorare, tentare e testare, tutti ottimi consigli conditi da una certa dose di fascino e ironia che fa sempre piacere.
Ringraziamo quindi gli organizzatori che ci hanno permesso di assistere e documentare la Kerning Conference per il secondo anno di seguito, senza dimenticare il fantastico party di chiusura offerto da TypeKit.
Da un evento del genere si torna a casa con il desiderio di tornarci il prossimo anno.